Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932
134 D. Valeri L'idea che egli ha dell'universo è quella stessa che il suo Ser- pente denuncia al Sole : - Soleil, tu gardes les coeurs de connaitre que l'univers n'est qu'un défaut clans la pureté clu Non-ètre. Unica perfezione, unica realtà assoluta, il non essere: il « so– lido nullii, )) come diceva il nostro Leopardi. Tutto quello che è,. è in difetto'; e potremmo dire, anc6ra leopardianamente, en souf– france. Il sole maschera della sua luce il difetto, smemora e ineb– bria i cuori deo'li uomini, i quali non sentono più la vertiginosa e . . attrazione e « l'onnipotenza del Nulla)): imperfetti e cad 1 uchi, s1 appagano d'un mondo imperfetto e caduco. - È ovvio che una concezione cosi- chiaroveggente e spietata non potrebbe dar poesia, e neppure conceder di vivere su la terra, se non fosse contradetta dall'istinto vitale, insopprimibile anche se smascherato e screditato. In Leopard:i è la forza dell'amore che vincè l'onnipotenza del Nulla, dimostrata dalla ragione (soitffranceJ al confronto di défaut, è appunto una parola caritatevole); in Va– léry mi par che sia un senso e sentimento della bellezza naturale, e specm,lmente della donna e del mare, oltre alla fede nella tecnica,. alla coscienza imperterrita dell'artefice, dell'homo faber che aspira orgogliosamente a creare qualche sua perfezione traendola dall'im– perfetto creato. Guardare le cose belle e vane, seguire -i misteriosi moti e avvolgimenti delle idee nello speco dell'anima, fermare qual– che istante d'ell'universale mutamento e transito in qualche forma verbale duratura: ecco la vita per Valéry. E questo può meglio chiarire quel. che ho detto più su a proposito della poesia da lui intesa come tecnica. Ora non occorrerà spender molte parole a qualificare l'arte del po:eta; che non può essere, s 1 intende bene, un'arte semplicemente, immediatamente realistica. Valéry, all'inverso di Dante, tratta le cose salde come ombre, perché alle cose salde né sa né può çredere come ci credeva il poeta della CornmediaJ il poeta per il quale tutto il mondo, anche quello dei morti, era realtà, e tutta la realtà Dio .. Sicché l'universo specchiato nella poesia di Valéry ha spesso l'evidenza incorporea del sogno : è un sogno : ma disciplinato da una vigile intelligenza, narrato su una tesa trama logica. Certe immagini complesse o composite che han fatto una fama d'oscu– rità al Oimetière marinJ dove, invece, t1;1.tto è assai chiaro, sono· o:iginate da associazioni anzi sovrapposizioni di più cose vedute sm~ultane3:mente! l'una lasciand'o trasparir l'altra, come appunto puo avvemre nei sogni. Certe ellissi di pensiero e di forma son come quelle improvvise rotture delle maglie d'un sogno che poi BibliotecaGino Bianco
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