Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
La <<Riforma>> e le Università 69 menti di materie speciali che non sia imprescindibile elevare a cat– tedre di ruolo, è forse opportuno e giova certamente ·a rendere più agile l'appesantito meccanismo della nostra cultura. Dobbiamo convincerci che esiste una gerar-chia della scienza, e che, oome non si può studfare a scopo scientifico .o professionale una determinata materia speciale se non si è provvisti di una certa cultura nel campo delle discipline generali in cui la speciale rientra, così sarebbe dannoso e provocherebbe disorientamento permettere che in una stessa Facoltà, d!ove si insegnano con un determinato metodo di– scipline generali, le speciali dipendenti fossero insegnate con me– todo diverso. Queste ed altre considerazioni, sulle quali è inutile insistere, ci riportano al nostro punto di partenza, voglio dire alla necessità che presto si addivenga alla determinazione di un programma di studi che in tutte le Università sia eguale per tutte le discipline propedt:mtiche. Il che non impedisce affatto che i metodi varino da Università à Università: dico l'indirizzo metodico col quale quelle discipline saranno insegnate; nè impedisce alle Facoltà che possano effettivamente farlo, di istituire insegna.menti speciali in misura dive:rsa e con intenti diversi. In altri termini: le Università non hanno tanto lo scopo di individuarsi quanto quello di cooperare adl un'equa e coordinata funzione politica della cultura nello Stato. V. E qui potremmo far punto se non ci oorresse l'obbligo di aper– tamente condannare come false le insinuazioni di chi lamenta che i giovani oggi studiano poco perché distratti da altre passioni e abitudini e che troppo scarsi sono i mezzi di cui la scuola di– spone. Con buona pace di quelli che preferiscono risolvere i pro– blemi in astratto, giova ripetere che anche· oggi i giovani hanno tempo e buona volontà di studiare e che, tanto nella Scuola Media che nelle Università, una sola cosa può distrarli e turbarli : la gravezza ,dei programmi e la male intesa libertà che noi conce– diamo loro di scegliersi un piano di studi. Ma dimostrare a pochi irreducibili malinconici che l'espansione fisica armonizzata e in– serita nell'ambito dell'educazione della, nostra gioventù studiosa è una delle più nobili conquiste di questo decennio, dimostrarlo, dico, a chi, dentro o fuori o ai margini della Scuola, crede che il mondo giri intorno ai suoi due o cinquanta volumi, non val la pena. La vanità è stata sempre uno dei più ridicoli aspetti del miso– neismo. Quanto ai mezzi della scuola, essi sono modesti ; ma vorremmo ,rnrhe si considerasse che in dieci anni si è compiuto il miracolo BibliotecaGino Bianco
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