Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932

64 Utinarn meglio distrugg~re delle illusioni ed è bene, perciò, parlar chiaro: così come sono costituiti, così come essi funzionano, gli esami di abilitazione hanno il modestissimo unico benefizio di costringere i neo-laureati a rileggere ciò che banno studiato. Nessuna pratica ospedaliera per i medici, nessuna pratica industriale o tecnica per gl'ingegneri è necessaria per essere ammessi a quell'esame: esso è un secondo esame di laurea. O meglio è l'esame che in al– cune Università nostre, regie e non regie (veramente, in molto poche), il candidato alla laurea deve sostenere dinanzi al Collegio riunito di tutti i Professori prima di essere ammesso' alla discus– sione. Rendiamo piuttosto obbligatorio questo esame di ammis– sione alla laurea e liberiamo le famiglie degli studenti dalla preoc– cupazione finanziaria di dover mantenere i propri figliuoli per più giorni in una sede lontana a sostenervi gli esami di abilitazione. Anche qui sono danari che vanno: Ugo Ojetti nella polemica con Giovanni Gentile lo ha dimostrato con tanta chiarezza che mi par superfluo :ritornare sull'argomento. III. E qui cadono a proposito alcune osservazioni· sugli esami di profitto e di laurea, poiché in un primo momento si sono intro– d'otte tali disposizioni in taluni statuti per cui non più singoli esami ma particolari colloqui avrebbero dovuto rivelare all'inse– gnante la preparazione e le qualità dei giovani. Tuttora in alcune Università vige il sistema di distribuire le materie di esame in più gruppi, mentre in altre si è continuata la consuetudine antica degli esami per singole materie. Per esempio, nella F<acoltà di Giurisprudenza di Roma è stato mantenuto questo criterio; in quella di Lettere invece è prevalso l'altro dell'esame dli gruppo. I colloqui sono tramontati miseramente dappertutto, o sono rima– sti facoltativi ma sempre accompagnati da esami speciali, come pure avviene in pochissime Facoltà, dove, per altro, gli studenti sono obbligati prima della laurea a sostenere un esame di cultura generale, un esame della durata di un'ora, e tale che il candid!ato ben preparato e di ingegno lo supera brillantemente, mentre non è raro il caso che mediocri sgobboni, pur avendo conseguito di– screte votazioni negli esami speciali, vi sieno bocciati e sieno per– ciò costretti ad una più seria e più intelligente preparazione prima di poter pretendere al diritto del titolo accademico. Che gli esami si facciano per gruppi di materie come quelli di Legge nella R Università di Pisa (art. 15 dello statuto), o quelli di Lettere nella R. Università di Bologna o di Giurispru– denza a Pavia, si capisce benissimo ; ma che esami di Lettere e Filosofia si facciano aggruppando filosofia, storia d'ella filosofia, BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy