Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932

50 L. Salvatorelli altri, un« legittimo)), imparentandosi, lui, il glorioso parvenu, con una vecchia dinastia. Questa requisitoria del Masson, diretta a negare al Reichstadt il diritto di rappresentare la tradizione napoleonica, prova troppo poco, e troppo al tempo stesso. La questione della somiglianza fisica tra il Reichstadt e il padre non è così semplice. Che la struttura del corpo e del viso del votato alla tubercolosi differisse notevol– mente da quella di Napoleone I, - che d'el resto, secondo taluni, avrebbe avuto una predisposizione tubercolotica anche lui, - non par negabile. Anc6ra, bisognerebbe fare il raffronto non coll'im– peratore quarantenne, ma col generale delle campagne d'Italia, ben più snello e magro : e la differenza diminuirebbe. Ma poi, accanto a questa differenza, c'erano delle somiglianze . .Marmont, che pure doveva avere qualche competenza in proposito, trovò che il duca aveva lo sguard'o di Napoleone: i suoi occhi, un po' meno grandi e più infossati nell'orbita, avevano la stessa energia {che ne dice il Masson ?). Anche la sua fronte, la parte inferiore del viso, il mento ricordavano il padre. Aveva lo stesso pallore e lo stesso colore della pelle di Napoleone giovane (eppure anche su questo punto il Mas– son crede di trovare un'antitesi). Un altro maresciallo di Napoleone, il Maison, ambasciatore di Luigi Filippo, trovò pure il duca somi– gliante al pad're. Lasciamo dunque· le cose in sospeso, tanto più che queste somiglianze fb;;iche, cosi difficili a stabilire con sicurezza, ~ non "capita tutti i giorni di sentir discutere -se un bambino asso– miglia al padre o alla madre?, - sono di un molto incerto signifi– cato spirituale. E lasciamo anche da parte, per incompetenza irri– mediabile unita adl un certo scetticismo, la scrittura. Che sia di una regolarità alquanto infantile, è vero, ma non siamo persuasi che chiunque ha la scrittura regolare sia un mirl!Us habens (e tanto meno, s'intènde, che ogni calligrafia brutta e illeggibile riveli un genio). Il confronto fuggevole fatto dal Reichstadt tra il padre e Mack prova poco. Ora il Masson potrebbe aggiungervi l'analisi della bio– grafia di Sch-warzenberg scritta dal principe, - a quindici anni, - e pubblicata dal Bourgoing insieme cogli altri Papfors -intimes et J ournal dii d1ic de Reichstadt (Pruris, 1928). Il titolo del libro è estremamente allettatore, ma queste « carte intime>> sono, presso a poco, insignificanti. Forse l'unica di qualche interesse è appunto questa biografia di Schwarzenberg, originariamente in italiano ma che il Bourgoing (il qua1e non ha la più lontana idea di co~e si pubblichino dei testi documentari) dà in francese. È stato osservato ora, che far scrivere al figlio la biografia del vincitore del padre non fu bello. Però l'esposizione ha un carattere strettamente tecnico puro esercizio di letteratura militare. Neppure nell'uso fatto tal~ volta della parola «nemico» per indicare l'esercito francese sa- BibliotecaGino Bianco

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