Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
\ \ \ Il centenario dell' << A.iglon » 45 duca, e un duca che non apparteneva a nessuna famiglia. Il punto capitale, tra scandaloso e grottesco, era questo: nelle patenti del 22 luglio 1818 il duca d'i Reichstadt, - che perdeva il nome di Na– poleone, per chiamarsi semplicemente Francesco Giuseppe Carlo,_ non aveva padre. « Figlio >>,vi si legge, « della Nostra dilettissima :figlia l'Arciduchessa Maria Luigia>>. E basta. Rimaneva libero pensare, che, fosse U:p. bastardo, o fosse nato per partenogenesi. A tanto si à-rrivò, non solo per compiacere ai Borboni, - a quei Borboni, che giusto dodici anni dopo dovevano perdere il trono, per sempre, - ma per rancore e persistente paura di Na– poleone. Il prigioniero di Sant'Elena era ancor vivo, anzi non anc6ra cinquantenne; ed era sequestrato e spiato con una in– tensità, che dovrebbe chiamarsi feroce, se non fosse stata innanzi tutto, per l'appunto, una immensa paura: la paura di sovrani, che per primi avevano perduto fiducia in se stessi e nel valore ma– gico della ((legittimità>> e del « diritto divino». La paura di Na– poleone si estendeva alla sua-discend'enza, che rappresentava molto più di una semplice concorrenza dinastica, incarnava agli occhi dei più, sull'una e sull'altra sponda, possibilità di rivolgimenti poli– tici, sociali, territoriali, nazionalità e democrazia: l'antitesi, in– somma, del sistema di Vienna. Di una discendenza del figlio di Na– poleone, allora, non si amava -sentir parlare, e almeno in certi paesi si era vagheggiato di farne un prete (secoli indietro, gli si sarebbero senz'altro tagliati i capelli e lo si sarebbe mandato in convento anc6ra da bambino). Francia e Russia giunsero a far pressioni a Vienna, perché il principe fosse- condannato al celibato. Francesco I, che voleva bene alla figlia e al nepote, non arrivò a tanto; ma nelle patenti del duca di Reichstadt non osò parlare della sua successione. Ivi i beni palatino-bavaresi figuravano con– cessi al duca in semplice godimento a vita. Solo con disposizioni contemporanee, rimaste segrete fino ai giorni nostri 1 ), il godi– mento a vita si trasforimava in proprietà e maggiorascato, nel caso di matrimonio del duca. In quanto al padre di lui, a Napoleone, esso, espulso dalle patenti del duca, ricomparve, e colla sua di– gnità sovrana, sulla lapide mortuaria del-ventunenne, nella cripta dei Cappuccini; e si tirò dietro Ja menzione anche d~l titolo pri– mitivo del figlio: « Aeternae memoriae Jos. Car. Fra,ncisci ducis Reichstadiensis Napoleonis Gall. imperatoris et ·Mar. Ludovicae Arch. Austr. filii.. .. in cunabulis regis Roma-e nomine salutati>>– Solo il nome di Napoleone rimane negato anc6ra qui all'aquilotto, daHe ali spezzate prima anc6ra di aprirsi al volo. 1) Ne ha data precisa notizia sui documenti il WERTHEIMER,, autore della mi– gliore biografia, e si potrebbe dire dell'unica soddisfacente, di Napoleone II (Der Herzog von Reiohstadt, Stuttgart, 1902). BibliotecaGino Bianco
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