Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932

44 L. Salvatorelli - non l'eredità, - dei ducati sarebbe stata determinata in seguito, d'aocordo fra le Potenze. La questione della successione, insomma, rimaneva sospesa; e il fatto che si parlasse di riversibilità, no~ di eredità, poteva essere interpretato così a fav?re come contro 11 principe. E, anteriormente all'atto finale di Vienna, un trattato segreto (31 maggio 1815), su iniziativa sempre dello zar Alessan– dro, impegnò Austria e Russia a sostenere la successione del figlio di Maria Luisa e della sua discendenza. 1 Ma fu impegno vano; quando si riapersero le trattative diplomatiche per il regolamento definitivo della successione di Parma e Piacenza, il figlio di Napo– leone fu sacrificato definitivamente, e Alessandro lo abbandonò in– sieme, se non prima degli altri. Il tràttato di Parigi del 10 giu– gno 1817 stabiliva che alla morte di Maria Luisa il ducato di Parma e Piacenza tornerebbe ai Borboni di Parma, compensati intanto con Lucca, che poi verrebbe riunita alla Toscana. Tuttavia qualche cosa fu fatto a pro del figlio di Maria Luisa. L'imperatore Francesco I 1 ) notificò ufficialmente alle Potenze la sua decisione di dotare il nepote coi beni cosiddetti palatino-bava– resi di Boemia, allora appartenenti al granducato di Toscana, ma che questi avrebbe ceduto quando fosse divenuto signore di Lucca. E dal nome del principale di questi beni, con patenti imperiali del 22 luglio 1818, venne creato il duca dì Reichstadt, con rango · immediatamente successivo ai principi della famiglia imperiale e arciduchi d'Austria, e titolo di « Altezza Serenissima>>. Maria Luisa molto si era adoperata per il provvedimento del figlio, e a cose finite si dichfarò ,soddisfattissima. Le ingiurie, di cui anche adesso viene talora gratificata la moglie infedele del prigioniero di Sant' Elena, sono gratuite. Basta. riconoscere che difettava di cuore e di ce:rvello ; e si sa che nessuno può darsi ciò che la natura gli ha irremissibilmente negato. La parola esatta su di lei la pronunciò la suocera, « Madame-'Mère >>:insipida. E non c'è altro da aggiungere. L'insipida· Maria Luisa non si rese conto, o non dette impor– tanza al fatto, che il figlio era stato spoglia.to presso a poco di tutto. Della sovranità: poiché il ducat o di Reich stadt con gli altri beni palatino-bavaresi, anche quando il duca ne fosse entrato effet– tivamente in possesso, non costituivano uno Stato, come lo coèti– tuivano invece, per quanto piccolo, i ducati dli Parma, Piacenza e Guastalla. Del titolo e del rango: perdeva infatti definitivamente la qualifica d'imperiale, non era neppure arciduca d'Austria, ma 1 ) Primo, non secondo, come lo chiama costantemente H. WELSOHINGER, Le roi àe Rome (Paris, 1897). FTancesco II imperatore del Sacro Romano Impero si chiamò poi Francesco I èome imperatore d'Austria, rimanendo estinta la prece– dente dignità imperiale. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy