Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
Il centenario dell' << Aiglon » 43 abdicazione di Napoleone) o ,23 (riconoscimento di Napoleone II da parte della Camera dei rappresentanti) giugno 1815 al 7 (scio– glimento delle Camere e della commissione esecutiva) odi El(seconda entrata di Luigi XVIII in Parigi) luglio. Anzi, neppure per la Francia e per quel breve periodo si può parlare di vera sovranità sua. Il riconoscimento di Napoleone II da parte della Camera dei rappresentanti fu fatto in modo da subordinarlo, in sostanza, al consenso delle Potenze; gli atti della commissione esecutiva, o go– verno provvisorio, presieduta dal Fouché, vennero emessi non i.n nome d'el nuovo imperatore, ma del popolo francese; e nessun giu– ramento fu prestato a Napoleone II. Poss_iamo ben <lire, ch'egli non ha regnato mai, neppure nominalmente. Per le Potenze alleate) il titolo ufficiale del figlio di Napoleone, dopo l'abdicazione del padre. e il trattato di Fontainebleau (11 aprile 1814), era: Altezza imperiale principe di Parma. Ti– tolo ben più modesto, ma non meno effimero del precedente. Non soltanto sparì ben presto l' «imperiale» per lui e per la mad're (alla quale rimase tuttavia il titolo di «Maestà»), un po' per compiacere ai Borboni, un po' per cancellare tutti i ricordi dell'im– pero napoleonico. Ma anche « principe di Parma» rimase subito a mezz'aria. Per rappresentare qualche cosa di concreto, ess<;> richie– deva che venisse esplicitamente riconosciuto il diritto di succes– sione del principe alla madre nei ducati di Parma, Piacenza e Gua– stalla. Invece la sovranità sui dlucati fu contestata al congresso di Vienna alla stessa <Maria Luisa da Francia e ,Spagna, patrone dei Borboni di Parma, cioè della ·ex-regina di Etruria, una Maria Luisa anch'essa. Fu l'imperatore Alessandro, - che considerava il trattato di Fontainebleau un po' come cosa sua, ed era poi ca- - vallerescamente incline a proteggere una ex-sovrana quasi abbando– nata, - a sostenere la causa della moglie di Napoleone, non anc6ra divenuta l'amante di-Neipperg. (La caduta di Maria Luisa precede di poco il ritorno di Napoleone dall'Elba; e potrebbe anche met– tersi fra le cause degli effimeri Cento giorni). Metternich, che non aveva dapprima nessuna voglia particolare di battersi per la mo– glie del Corso, tanto più era disposto a sacrificare i diritti del– l'aquilotto, e a rinunciare alla successione per lui. Dopo il ritorno di'Napoleone sul trono, l'assalto al trattato di Fontainebleau, anche per la parte concernente Maria Luisa e il figlio, si rinnovò più vivo che mai; anc6ra una volta fu la Russia a far la resistenza principale. - Risultato di questi contrasti fu l'art. 99 dell'atto finale del Con– o·resso di Vienna (9 giugno 1815). Esso assicurava i d'ucati di Parma, Piacenza e Guastalla a « S. M. l'imperatrice Maria Luisa», che allora si chiamava anc6ra con questi titoli; ma del figlio non di– ceva neppure una parola. Diceva, invece, che la « riversibilità », BibliotecaGino Bianco
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