Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
42 L. Salvatorelli brato le nozz~ di Napoleone con Maria Luisa ne La Ierogamia di Creta); ma preferì chiamare il neonato« erede di Quirino)). Il conte Iacopo Sanvitale di Parma improvvisò invece in un crocchio di amici un sonetto, che gli costò quattordici mesi di detenzione a Fene– strelle (un mese per verso, fu detto), e di cui riportiamo le quartine: I'o mi caccio la man nella parrucca Per la rabbia, che proprio il cor mi tocca, Se un compro vate vaticinii scocca, ]) un regio Mida, canticchiando, stucca.· E m'arrovello se a Firenze o Lucca Chitarrino strimpella o tromba imbocca Per un bimbo che in culla si balocca, E sallo Iddio, se avrà poi sale in zucca. Non tutti, còme si vede, plaudirono alla nascita di Napoleone. E, se è stata ripetuta infinite volte la descrizione dei Parigini, che la mattina del 20 marzo 1811 tendono l'orecchio alle prime can– nonate e, alla ventiduesima (ventuno erano state stabilite, se na– sceva una femmina) strepitano e si abbracciano, 'deliranti di entu– siasmo, è invece meno noto il fatto, che il giorno del battesimo solenne, il 9 giugno 1 ), l'entusiasmo, - almeno secondo un testimo– nio oculare russo, - fu assai minore, e addirittura si sentì qualche fischio. È un fatto, che il matrimonio con Maria Luisa e la na– scita del re di Roma, - che dovette essere estratto col forcipe, - coincidono col passaggio dell'impero napoleonico dalla prosperità all'infortunio. ;ranto che si sarebbe tentati di d'ar ragione a Maria Luisa, se davvero disse nel 1814 alla ex-regina d'Olanda, Ortensia (vedi i Memoires di questa, recentemente pubblicati) : « Je porte le malheur partout où je suis. Tout ce qui m'a approchée en a été plus ou moins frappé )). In lingua povera, Maria Luisa sarebbe stata iettatrice, così come Giuseppina sarebbe stata, invece, la «.mascotte)) di Napoleone. Aquilotto o no, austriaco o francese, il termine « Aiglon )) per il figlio di Napoleone •è entrato nell'uso ed è probabile vi rimanga, non solo perché espressivo, ma perché comodo. Questo figlio tanto aspettato ed esaltato, cui arrisero in culla auspicii così lieti, oggi gli storici non sanno neppure bene come chiamarlo. Napoleone II non fu che pochi giorni, e solo per la Francia, dal 22 (seconda 1 ) Un cultore eminente di studi napoleonici, - diciamo il peccato, non il pec– catore, - fa battezzare il re di R-Omada Pio VII. :El una distrazione un po' grossa, visto che il papa era prigioniero a Savona. Forse è derivata da una lettura fretto– Io.sa di Thiers, che, a rialzare l'u,niformiòà del suo stile, chiama « pontife ii il bat– tezzatore, che era il grande elemosiniere cardinale Fesch. BibliotecaGino Bianco
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