Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
30 G. Bandini manoscritto della commedia che tu aspetti, perché sento che vi è. per entro ancora qualche cosa di puerile che non so rintracciare e correg: gere, ma che certo scoprirò prima di fa1:tel3:avere .. ~o.bene eh~ tu_l'avrai desiderata perché ti sta a cuore la mia rmsc1ta, ed 10 ti credo gmd~ce nato pèl tuo gm,-to squisito; ma abbi pazienza un altro _poco. La pru~1~ ·do~ menica dopo pasqua vorrebbero rappresentarmela 1 filodrammatici dei dintorni e ve n'hanno dei bravi, ma non so se mi risolverò alla fatica delle prove. Tu sai <;heio sono pigro ! .... Frattanto bando alle ma-linconie. Molte cosg rimangpno a fare sopra la terra; molte a, vedere : ed io non voglio morire prima che sia· chiusa in qualche modo questa lite dell'umanità contro il papato: e voglio vedere dove andrà a finire questa Francia, che s:t arricchire cinque o sei letterati repubblicani e socialisti, e a un tempo combattere a Men– tana con grande valore. Stupendo un soldato Francese, con un volume dei Miserab'ili nello zaino, e una bolla o una giaculatoria stampata, nella cartucciera ! Il Pratesi seguiva l'amico nelle sue sfuriate misogalliche come lo incoraggiava nella sua ripresa attività artistica, ma la salute gli declinava sempre più. Il 16 marzo 1868 scriveva anc6ra : .... In quanto alla Francia è un fenomeno degno davvero delle medi– ta,zioni della critica storica-. Bello studio sarebbe paragonare la Francia, che nell' '89 s'avventa a dit1truggere la Bastiglia e canta la Marsigliese, con quella che fa un'ecatombe di' quelli eroi che Vittor Ugo chiama figli di Bruto e di 'frasea. Ma la, Francia, il paese della moda e de' figurini, è come le mode e i figurini variabile. E quell'esercitp francese, d'altronde valorosissimo, ha però del bestiale; non ha altro istinto che quello di gavazzare nel sangue: sia generosa o turpe la causa per la quale com– batte, il suo valore è lo stesso. Piaga profonda delle nazioni questi eserciti prepotenti; avanzi del dispotismo di Roma.,e della barbarie medioevale! E il martedì santo del 1868: Mio caro Cesare, Ti mando il Cecchi e l'Ariosto. Alle commedie di questo vanno unite le poesie, perché le sole commedie non potei trovare. Il prezzo è si poco che non val la pena ch'io te lo dica perché tu faccia un vaglia per rim– borsamento. Nel Cecchi non troverai, credo, che frivolezza e puerilità per ciò che spetta alla sostanza della commedia, ma qualche cosa di buono potrai togliere da1la forma del dialogo. Questa lingua benedetta ci fa impazzare. Io credo che a tutti i dialetti italiani vada innanzi il toscano, perché non dialetto, ma vera lingua, compiuta nelle sue forme. Il Nicçolini chiamava mezze lingue i dialetti lombardi. E il toscano non è molle, se non è il lezioso e infranciosato che si pa.rla dal ceto medio B– Firenze, ma l'altro di Dino, del Cavalca di Dante i cui modi vivon tut,. tora tra gli Appennini. Del resto quest'eterna que;tione della lingua non BibliotecaGino Bianco
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