Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
Léon Bloy 127 tre les puissants ». È proprio questo che non gli si è mai voluto per– .donare. Del suo tempo egli fµ la perfetta antitesi; contro gli ideali tlel suo tempo non cessò di esaltare l'ideale cristiano.. « Pèlerin de 1'absolu », « crieur public de N. iS. J. C. » amò chiamarsi di preferenza,; e tutto acceso come fu di « zèle dévorateur de la mais on de Dieu ii, fer– mamente certo d'una trascendente giustizia che tutta la vita invocò « avec une fauve impatienc.e »; non è meraviglia, che dalle sue collere -veementi e dai ,suoi rabelaisiani sarcasmi pochi si salvassero, e ne fossero spesso vittime cattolici non solo,· da Ozanam a Bourget, ma anche mini– :stri dell'altare, uri Dupanloup, un Gratry, un Lacordaire. Lo s,fì.gura chi limita al solo aspetto letterario e artistico la sua -Opera di millenario -sperduto e attardato nel secolo borghese, quasi ~onsiderandola uno dei tanti travestimenti romantici. Quell'opera non si capisce e non si spiega, per tanta parte, se non in relazione alla vita dello scrittore. Dio, - diceva egli, - non mi ha -dato il dono della _-vocazionesacerdotale, ed io ho dovuto cercarmi la mia 'Via in un mondo ,che non amo, con l'enorme svantaggio di amare appassionatamente tutto dò che ess:o disprezza. Questa non era solo la confessione di uno che riconosceva senza illudersi ,di essere un fuori quadro ma di uno che si credeva chiamato a una precisa missione, « une mission .exorbitante, - ha scritto in una dedica, - qu'il a plu à l'E.sprit-Saint de confier à l'un des plus pauvres de ce monde ii. - Qui tocchiamo il punto segreto di Léon Bloy. La sua vita e la sua -opera appaiono fondate, in gran parte, ,su un'illusione di ordine mi- stico. Le origini di quest'illusione, ch'egli conservava ancora sul letto -di morte, vanno cercate nella sua relazione con la disgraziata raccolta dalla strada, Anna Maria, Roulet, finita folle, che gli servì (la chiamava la sua Maria Egizia) per creare nei due romanzi le figure straordi– narie di Véi·onique e di Clotilde. Da essa egli -dichiarava di aver rice.– vuto, « ,d'une manière clairement divine», segni sensibili e certi. Che ,segni? Qualche lume possono dare diversi passaggi del Mendiant in– grat (l'ingiuria di cui egli fece un blasone) e le lettere. a, Ernest Hello pubblicate in Belluaires et porohers, ora specialmente che è possibile ~ompletarli con la ricca, documentazione del Colleye. Senza proprio pensare che il Bloy, - come certi suoi nemid hanno affermato, - at– tendesse l'incarnazione del Paradeto e il conseguente diluvio di fuoco, sembra veramente ch'egli sperasse una manifestazione soprannaturale come castigo e rinnovazione della società contro la quale tuonava con lo sdegno generoso di un profeta. Non aveva creduto lo stesso, pochi decenni prima, Joseph de Maistre, - -dal Bloy molto studiato e ammi– rato, - il quale nelle Soiréès de Saint-Pétersboo,rg giustificava l'attesa :al s,uo tempo diffusa di <e une troisième explosion de la toute-puissante Bonté », cli una « révélation de la révélation ii ? Il Levaux, che fr~quentò molto lo scrittore, dichiara con bella fran– chezza d'essersi convinto, dopo lungo meditare, che il Bloy s'è ingannato sulla « realtà >> delle rivelazioni fattegli dalla Roulet ; riconosce tuttavia in lui una vera missione che si riattacca, in senso largo, al gran dono di profezia che non cessa, n,ella vita della Chiesa, di richiamare alle anime le verità trascendenti. << Témoin de Dieu clans un siècle abruti bliotecaGino Bianco
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