Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
126 Leon Bloy I oahiers, che s'intitolano al suo nome, escono regolarmente dal 1924. I fedeli amici dei suoi ultimi anni, e specialmente i suoi filleuls, quelli che devono a lui la fode, - tra cui, primissimo, Ja,eques i.Maritain, - non solo votano alla sua memoria una, specie di culto ma sono i più attivi interpreti della sua opera e della sua vita. Documenti pre– ziosi sono le lettere di lui che vengono continuamente alla luce. Quando sarà tutta raccolta, la sua corrispondenza apparirà forse più copiosa di quella del suo grande antagonista, Louis Veuillot, che comprende, nell'edizione in corso presso il Lethielleux, tredici rispettabili volumi. Molto c'è anc6ra da conoscere di lui. Ne ebbi conferma quest'autunno scorso ,dalla signora Elisabetta de Groux, moglie dello scrittore Emile Baumann, figliuola del pittore del Chris! a;umoutrages, di cui è nota l'amicizia ch'ebbe col Bloy. Nella sua villa presso St.-Cloud, perduta in quei fondi boschi d'oro, i terribili occhi di Mar-0henoir mettono in soggezione da un gran ritratto l'ospite. M:;i,sono poi tanto delicati gli aneddoti che si sentono narrare della sua, vita, che dietro lo sdegno di· cui lo sguardo anc6ra lampeggia si cerca il gran cuore, il -0uore che conobbe « le blasphème par amour )) come la forma più attiva del– l'adorazione. Ripetendomi la frase del Désespéré, la signora, - che pure si propone di portare coi suoi ricordi e qu_elli del pàdre un con– tributo alla conoscenza del Bloy, - mi dimostrava come proprio con essa si spieghi e si concilii l'antitesi -0he quasi sèmpre offende, al primo accostarlo, quelli che studiano lo scrittore: la sincerità e la dolcezza del suo ,sentire cristiano e l'intemperanza delle -sue invettive e delle sue a,ecuse, di quella ch'egli chiamava la sua (< opulence de rage)>. La spiegazione dell'apparente contrasto, - al quale s'arrestò anche un fine indagatore come il Brémond, - è naturale che sia per gli in– terpreti del Bloy la prima cura, e specialmente per quelli che, avendolo conosciuto e frequentato, possono testimoniare della profonda pietà e bontà del vociferatore. Preziosa, fra tutte, la testimonianza del grande :geologo francese Pierre Termier, ~he fu per il Bloy l'amico del tra– monto. Il loro incontro è narrato nell' Invendable; il bene che si vol– lero documentato nelle lettere dello scrittore allo scienziato, ra.ccolte in volume fin dal 1927. Barbey d' Aurevilly aveva pa,ragonato il Bloy a ((une gargouille de cathédrale >) ; il Termier ingigantisce l'immagine: (< il est la -cathédrale .... la cathédrale française du XII ou du XIII siè– cle ... ; la folle oathédrale que chantait Verlaine, inégale, inacbevée, excessive, monstrueuse, mais sublime; douloureuse, mais triomphale; poème d'effroi, mais poème d'amour ». Troppo spiccio e interes•sato il giudizio -di quelli che ,si sbrigano di lui chiamandolo un ìibellista. Costoro continuano contro la memoria dello scrittore l'ingiustizia e la congiura che gli fecero intorno, vivo, il silenzio l'isolamento e la fame. Fatta la dovuta parte àll' <( empreinte montmartroise » visibile specialmente ne– gli eccessi del linguaggio, e alla moda romantica della beffa antifilistea e antiborghese, che daJla mansarde del Murger si prolungò ininterrotta fino al GMteau des brouil'lalrds del Dorgelès, il Termier considera l'opera del Bloy come un'infiammata parafrasi dello scritturale vae àivitibus. <( Il est un doux et tendre mystique .... Il n'est violent qu'en raison de son amour .... Sa continuelle prière est une torchè secouée con- Biblioteca Gino Bianco
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