Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932

A. ANIANTE, Terremoto 125 cattiyo gusto esagerandolo, portandolo ai suoi estremi. E che giuochi anche troppo volentieri con la bassa letteratura. Pericoloso. Resta· il dubbio: un' oleografia del vizio come Sohiavitù, un quadro pla,stico da baraccone come Pianta di Parigi, avventure straordinarie come Casa sul mare, Nell'isola di Orobo, sono burle, forse canzonature di un genere letterario, oppure Aniante le avrà scritte sul serio ? (E fan sempre, pena gli scrittori che condannano se ,stessi all'avventura perpe– tua: e per onor çl.ella firma, devono .sempre -stupire, ,sempre meravi– gliare .... ). Tirate le somme, anche quando Anìante è a Parigi, ciò che ci piace di più in lui non è il parigino, è il siciliano. Anche nella metro– poli, ci piace Aniante che s'intenerisce, scatta, .s'innamora, ride, fugge e in ogni donna so,spira Mammolinetta. (I più bei racconti del gruppo parigino res,tano certamente Uno spahi e Un ladro, che si svolgono si a Parigi, ma hanno fierezze e gelosie e cuore paesano). Il siciliano a vol¼ salta .su quando meno te l'aspetti. Aniante iµ anticamera: « L'anticameTa è un supplizio, che spesso inchioda il meno nervoso degli uomini. Le, donne russe la usano come un metodo efficace per conquistare un uomo : :stroncandogli la volontà. Chi fa anticamera, o rimane, o fugge, o ama disperatamente». Nella .stanza della pensione, dietro la tenda forse si nasconde la ·sera la donna gelosa, pronta a saltar su e a darti « un ta,oco in testa». C'è un ragazzo « cattivo come un cro– staceo >>. Ma,x nervoso : « il cafl'è fu p~r Max come un topo tra i piedi : ricominciò a muoversi, a predieare, a fumare .... >> ; Ippolito è un pittore che « porta il flauto alle labbra, brune, socchiude gli occhi grossi, tristi, sanguigni e, cupo e torbido rimanendo, comincia una musichetta stantia». E questi operai parigini che ripetono la canzonetta al caffè concerto, il sabato ·sera: <r Chi cantava aveva un volto serio e assorto, affaticato ; era il popolo che, avendo lavorato sei giorni, ora non aveva la forza d'entusiasmarsi, ma imparava la canzone per poi cantarla il lunedì in officina, pen,sando a una persona amata>>. Parigi, Parigi ma il cuore è rimasto siciliano ; e una volta almeno Aniante lo dice ~hiaro : « .... la nostalgia. Parola che in patria è re– torica, quando ,sei fuori la puoi dire come pane, amore, madre >>.Dopo tante '.meraviglie, perfidie e girandole, questi restano i motivi più sicuri di Aniante scugnizzo a Parigi. PIETROPANCRAZI. PIERREJTERMIER, Introduotion à Léon Bloy. - Desclée De Brou– wer et O.ie, Paris, 1931. Fr. 12. HuBERT CoLLEYID, L'ame de Léon Bloy: I. La genèse du « Désespéré >> - Véronique - La Salette. - Desclée De Brouwer et C.ie, Paris, 1931. Fr. 18. LÉJOP0LD LEvAux, L{;on Bloy. - Rex, Louvain-Paris, 1932. .S. p. LooN BLOY, Oewvres de Léon Bloy: I. La ferrvme pawvre. - Mercure de France, « Bibliothèque choisie », Paris; 1932. .S. p. I libri del « mendicante ingrato», che non diedero mai pane suffi– ciente al loro autore, si ristampano oggi jn edizioni di lusso. I più an– tichi, nelle edizioni originali, sono disputati alle « grandes ventes >>. ibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy