Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
124 A. ANIANTE, Terremoto tro di sé: =--- cose d(J,pazzi!, - che subito una figura, una ,situazione, un tipo gli fan commentare: - verissimo! - Come chi dicesse, un cronista in libertà. Nel suo modo di cogliere il vero o di acciuffarlo c'è tuttavia un che di furbesco (,spesso soltanto un eccesso di indifferenza) che ti avvertono sùbito di non fidarti: chi sa poi dove s'andrà a finire .... Ma intanto un'aria vera, paesana, Aniante sa dartela con due battute: « sulle vie, i primi mandolini impugnati dalla gioventù con scarpette di tela bianca». Due tipi còlti d'infilata: « .... il Pettirosso, che ha capelli e lanugine rossa, portamento cittadino e voce aggraziata. È molto rispettato; anche quando distribuisce disinvolto schiaffi e calci, nessuno osa restituirglieli. Suona benissimo lo scacciapensieri. d'ar– gento, ma si fa pregare come un santo. È innamorato di Tatiana la russa dipinta che il medico ,Ma0caluso rapi in c,alessino ai vive'!,(,rs della città, assicurandola ad alta voce durante la fuga verso la montagna: Ti sposo! Ti sposo!>>. Deplorevoli amicizie del bar: cc Le amicizie si fanno sempre più in basso : un professore mi presenta un ragioniere; che a sua volta mi fa conoscere ,suo cognato, esattore; questi mi pre– senta un suo intimo amico elettricista; il quale ha il piacere di farmi stringere la mano di un giovane falegname, che si affretta a regalarmi l'amicizia di una guardia di pubblica sicurezza, ,sdraiata al caffè insieme con suo fratello, cameriere di ristorante. Di questo passo scenderò fino al lustrasicarpe, e pare che tale maniera di comportarsi sia democra– zia, e il primo a darne l'esempio fu l'onorevole Giuseppe De Felice che va a spasso con gli scaricatori del porto, sbucciando le fiave cotte ad una ad una su dalle tasche tiepide )) . Sempre più in basso; un sospiro, ma poi Aniante si rassegna fac.il – mente, _e lascia li il conte, la marchesa, il duchino (che pure ogni tanto dève nominare), per il più.vero amore dcll'insalate e di Mammo– linetta. << Insalate. E,cco la vita dell'uomo. Il resto è art:iificio, ipocon– dria. I pomidori acerbi, cosparsi di erbetta odorosa, il pane ricco di olio che si infrange al pari del vetro n_elle grosse mani di Mammoli– netta .... Mi sembra di aver trascorso tutta la vita con le labbra appic– cicate al ,fiasco.... .Mammolinetta sicura di essere elegante e ,signorile beve nel bicchiere ma non pensa a levarsi i ba,ffi di vino ». E in questa bassa vita, o equivoca vita o mala vita siciliana che Aniante si finge e gli piace (- Maresciallo amoroso!), lui poi ci sta con una specie di giovi– nezza timi,da, scugnizzo innamorato, con un fiore tra le mani. Questo è Aniante in Sicilia. · Di Aniante a Parigi, me ne frde~i meno. « Cenavo al caffè con pochi spiccioli, e mi rimaneva una sigaretta .... >> ; è il motivo che lega molti suoi racconti parigini. Da quel caffè si passa poi al ritrovo notturno, a.Ua pensione, all'albergo equivoco. Donne russe, filosofi indiani, com– mercianti portoghesi, ufficiali coloniali, pittori, bellezze avariate di tutti i paesi che Aniante incontra; e poi li pedina con la fantasia attra– verso le loro strane avventure. Ma per strane che voglian sembrare queste avventure ,spesso saranno soltanto le avventure, i vizii, il mondo equivoco che tutti conoscono. È difficile inventare (lUalcosa di nuovo in questo <<genere>>.Difficile anche sfuggire al cattivo gusto che il cc ge– nere >>porta con sé. Talora direste• che Aniante cerchi di scansare il BibliotecaGino Bianco
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