Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932

A. ANIANTE, Terremoto 123 ANTONIO ANIANTE!, Terremoto. Raoconti. - Treves, Milano, 1932. L. 10. Due scrittor_i c_omeAntonio Aniante probabilmente sarebbero troppi; !}la uno va bemsslllo .. Non solo serve a completare il quadro della gio– vane le:tteratura e gli dà fantasia e colore; ma col suo stesso esempio può riuscire-a molti di stimolo e insieme di freno. Aniante indica molte libertà e magari licenze che ci si possono beni<Ssimoprendere; e insieme, con qualche provvidenziale caduta sua, avverte agli altri i pericoli pros– simi. Questo è uno degli uffici, e non il meno utile, dei « begli umori» in letteratura. Ma lo possono esercitare ·soltanto i « begli umori» autentici. I « begli umori» apocrifi, quelli che lo fanno per progetto, cadono sem– pre ritti, ma annoiano presto, e non insegnano niente a nessuno. Aniante è proprio nato « bell'umore »; lui l'el;>be da natura, il gusto di fare quello che non si può. Dove gli altri camminano, ad Aniante viene spesso naturale fare un salto mortale; e tuttavia con qualcosa, di strasci– cato, di indolente, come un salto mortale in ciabatte. Lui nemmeno si rigira, quaJsi non se n'•è avvisto. E proprio allora gli· si batte più volen- tieri le mani. · · I racconti riuniti in questo volume, Terremoto, hanno a sfondo due ambienti, la Sicilia e Parigi, ugualmente cari al nostro scrittore. Direi anzi che i due ambienti ·si pres-tano scambievolmente toni e colori, e che ad Aniante piace molto di fare il siciliano a Parigi, e il parigino a Cata– nia. Molti effetti, molto del suo « pittoresco >> nasce proprio da questa promiscuità. Aniante tornàto appena da Parigi, un po' sfìaccolato, in cura d'insafate e uova fresche, in cerca di vecchi e nuovi amici per i bar e le marine pa,esane, e che intanto divora c:llssate e cannellotti e affac– ciandosi agli specchi dei barbieri calcola sull'effetto parigino che farà ... : questo mi pare uno dei ritratti ,suoi più felici. Tra le « mura di lava >> un po' alla volta l'umor siciliano ritorna, gli oziosi, gli elegantoni del paese, i bei ragazzi dai capelli ,fitti e lustri di brillantina se lo ripren– dono; il duchino gli si confida, Mammolinetta gli soBpir:a,;e lui si lascia portar via sottobraccio ... ; mentre il cuore intanto gli si gonfi.a di av– venture e nostalgie parigine.... •Questa -è la miccia che dà fuoco alle più belle girandole di Aniante. Solajugo, il maggior racconto del. libro (uscito in Pègaso), nasce di li: e dice come, per rompere e scappare alla noia p~na, fu improvvisata una compagnia drammatica con guitti a spasso, facchini del porto e Masuccio Pelo primo attore (- Pr6digati Masuccio !), Mammolinetta prima donna, e un bel drammone sacro e profano ( « il materiale è in abbondanza e di un lirismo traboccante >>) che avrebbe dato gloria e quattrini a tutti. E .fini in un tale scandalo che « il signor arcivescovo sopraggiunse per ristabilire la calma, ba– gnando di acqua benedetta l'anfiteatro». E queste girandole di fantasia che, tra razzJ. e scoppi, disegnano in aria le sagome più impreviste, le più pazzesche ·figure, Aniante comincia a muoverle su dal vero, dal reale e anzi direi dalla cronaca. È uno dei ~,ratteri più costanti di questo scrittore di fantasia: al reale, alla cronaca, lui torna ,sempre. Chl. legge,, non ha finito di mormorare den- 1bliotecaGino Bianco

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