Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
116 M. B. TosATTI, Canti e preghiere Anche dove lo spunto parrebbe: .suggerito dal Pascoli (« Cielo e Terra· dicono qualcosa - l'uno all'a,ltro nella dolce sera»), l'accento è leo– pardiano schietto : .... spariti all'orizzonte Del vespero i fallaci Miraggi ed i mutevoli splendori, Nell'improvvisa pace •soli a fronte Stan cielo e terra, e a poco a poco inchina Il cielo, e suoni e palpiti e colori Nel suo seno compone austeramente, In un'immensa tacita armonia. Guardiamoci bene, però, dal nominare la «Ronda». Il Leopardi della Tosatti non è già un maestro di •stile, ma la melodiosa « anima ferita - da la discorde vita» a cui si rivolgeva con affetto ispirato Alessan'dro Poerio, cioè una grande anima fraterna cercata e a,mata per istinto e di cui gli accenti restano nell'orc•cchio perché il cuore li ha fatti suoi. Si può .senza paura riparlare di cuore a proposito di questo canzo– niere così semplice e caldo. E proprio qui la forza della Tosatti: in que– sto suo abbandono di donna allà piena del sentimento. Il suo piccolo canzoniere è il diario d'un'anima che .s'interroga, si confessa, si effonde. Ma le sue confessioni e le sue effusioni nella loro nudità so:µ caste. I suoi motivi son grandi, primordiali ed eterni : l'Amore, la Morte, Dio. E poiché occupano tutta l'anima, non lasciano luogo alle piccole cose. All'amore come comunemente s' intende, attaccamento a un singolo essere, qui si accenna in una sola poesia, ma come a una possibilità appena intravista e subito congedata,, a, un momento superato, annul– lato nell'amore ,sovrabbondante di Dio. Dell'amore, invece, inteso come spinta alla vita, alla gioia, alla ,soddisfazione dei sani e nobili istinti tutto il libretto è pieno, dalla prima all'ultima pagina: •Quando dal dolce sonno dell'infanzia Ignara ancor mi ridestai, nel cuore Di portare m'avvidi un'infinita Tenerezza e credei che umana cosa Fosse .... Ma umana cosa non era. Era il doloroso privilegio di quest'anima, il suo segno d'elezione. Sentire, intensamente: sentire, e vedersi accanto, a un tratto, l'ombra della morte che •si stende su tutte le cose, insi– diosa, minaeciosa, inesorabile : Tutto fu vano! e l'ira che m'accese Nobile il petto e il pianto in che si fuse La dolcezza e la gioia che mi rese Talor si lieve e rapida la ·.via E la festa di luce e d'armonia Che mi cinse lo spirito d'u,n nembo D'oro e le mille voci lu,singhiere A cui fidente l'anima si schiuse Sognando gloria e amor, 1,utto fu vano! • BibliotecaGino Bianco
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