Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932

104 F. Sacchi solo ricerca ma amore, non solo conoscenza ma intuizione,, e quasi di– rei una sorte d'orecchio. E che è esso infatti ,se non un'aocordatura, una sottile arte di registrare il timbro degH iati o la vibrazione delle virgole ? Vien fuori un Fogazzaro intatto e insieme depurato, un Fog~z– zaro a cui nulla è tolto di ciò che gli è peculiare, pur pulendolo delle m– crostature e dei detriti accumulati dalla distrazione dell'autore e dall'in– curia dei proti. Un Fogazzaro così netto e così bello, che è proprio il momento di rileggerlo. • È una lettura che, a farla dopo tanto tempo, e cosi difilato, vi darà, delle sorprese. Non vorrei azzardare pronostici, in cose che toccano tal– mente il gusto person ale di ci ascuno, ma è probabile, per esempio, che sarà una sorpresa il ritrova.re così impallidito, in confronto delle im– pressioni di allora, Pi ccolo mon do moderno. Quanto le piccole diatribe di politica provinciale, colte forse senza sufficiente spassionatezza, si sono inacidite nel tempo! Quanto la battaglia sessuale di Piero e Jeanne, combattuta più nelle sue ,pregiudiziali dialettiche che nella sua .sostanza viva, ha perduto di ,simpatia umana per noi! Ingrandito, come opera romanzesca, appare il Santo; ·diminuito, forse, Malombra, (il primo thriller uscito in Italia; e non vedete in padre Tosi un precursore del poliziotto diletta-nte ?) in cui l'ardente e gagliarda fantasia finisce per essere tradita, a distanza,, dalla fumida, forma. Quello che inaspettata– mente guadagna, e risalta con una forza e una briilantezza n-µova, è Da– niele Cortis, bellissimo romanzo, tutto di getto, di uno stile narrativo spoglio, conciso, veloce, che può insegnare anc6ra a tutti. Ma scommet– tiamo che per molti, la grande sorpresa, la stupefazione della loro vita, sarà il Mistero del Peeta. Come era potuta restarci quell'impressione di sentimentalità ampollosa e di romanticheria dolciastra ? È un libro delizioso, di una freschezza immensa, uno dei pochi libri « giovani >> -della nostra letteratura. Qui Fogazzaro quarantenne ha seritto vera– mente il suo libro dei vent'anni: un dono che non è concesso a molti, neppure a quelli che cominciano a scrivere a cliciotto ! Tutti libri vitali. Ecco il segno infallibile della vitalità di un autore, che quando lo pigliate per rileggerlo, dovete andare di nuovo fino alla fine. E si che tutto quello che è successo, dopo di allora, par fatto appo– sta per allontanarci da lui. Le batterie della Val d' Astico che hanno ful– minato i pioppi profeticamente schierati davanti alla Montanina, « come avamposti_ di un corpo d'esercito ch(:l aspettassero .... », non hanno solo aibbattuto la dimora di Leila, e lo scenario delle sue ultime fanta,sie, ma rotto per sempre l'ordinata e decente cornice di un mondo, nel quale i suoi personaggi potevano vivere la loro vita e svi,scerare i loro problemi. Le nostre razionalizzate compagne sono tanto lontane dalle sue eroine dai cappelli alla mosehettiera e -dalle settemplici gonne, quanto il nostro tipo d'amore a pronto realizzo è lontano da quei ,suoi eroi che meditano per trecentocinquanta pagine un adulterio che non consumeranno mai. Poeti ed apostoli sono i suoi esemplari d'umanità preferiti : magre speranze di successo in quest'epoeai, in cui il cinematografo e le scrit– trici di romanzi cosmopoliti popolarizzanò un assortimento di modelli che va dal ballerino di tabarin al topo d'albergo. È tutta gente eh~ scrive diari, che si nota a parte le date fatidiche come Dominique, che BibliotecaGino Bianco

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