Pègaso - anno IV - n. 7 - luglio 1932
Hotel A.storia 95 È tornato Kurusi e subito ha dato un gran pranzo. Porta una uniforme attillata, non so se del genio o dell'artiglieria. La- vita all'aria libera lo ha irrobustito, ma è felice d'esser tornato e di ritrovare i suoi amici. I suoi amici sono tutti nel Gotha. Stasera vorrebbe assolutamente oondurmi dalla grand'uchessa -Maria Pav- 1ovna. 8 marzo. Ho veduto i dimostranti. Dalle vie laterali filtravano nella Prospettiva lenti, incollati gli uni agli altri. Si congiungevano ai gruppi arrivati prima, divenivano un tor– rente, poi un fiume di pece che avanzava impercettibilmente, si– lenzioso, assorbendo tutti i rumori della strada. Non una voce, forse nemmeno un.o scoppio di tosse, e nemmeno un gesto. Apparivano i cosacchi e la folla non gridava : - I cosacchi ! - I cavalli magri e pelosi avanzava.no al piccolo trotto, spingendo indlietro la folla dolceme nte e questa si ritraeva di un metro solo. All9ra i cavalli si fermavano a raspare la neve. Sulle selle alte i eosacchi ballonzolavano, senza nagaika, tutti tanto giovani, e sor– ridevano. Colpi di fucile arrivavano di lontano, di qua e di là, rimbal– zavano contro i palazzi, s'incrociavano come balestrucci, e non facevano paura. Poi la voce rauca delle trombe. Poi, il battito d'una mitra– gliatrice. La folla senza un grido tornava a incanalarsi nelle vie late– _rali. La Prospettiva tornava deserta tutta grigia. :Ma giù, all'an– golo della Znaménskaja, era seminata di macchie nere. Ritrovava a poco a poco i suoi rumori. La dimostrazione era finita . .Seguo Orsini e Tebaldli nelle loro ricognizioni. Orsini stamane s'è ficcato in un crocchio di dimostranti, ha camminato con loro, si è buttato con loro sui piedi •dei poliziotti quando hanno inti– mato l'alt. Poi s'è chinato a racoogliere due operai rovesciati da una .scarica. E poi ci ha condotto lontano dove sa lui, dove la folla è già fervida e dove crepitano le mitragliatrici. - A terra, - d grid'a : - Giù la testa perdio ! - Ci guarda sorridendo : - Co– me al fronte. 11 marzo. Qualche bandiera rossa s'alza sulle teste, tentenna, :ai primi colpi di fucile sbatte come un uccello ferito, e poi risale ,contro oorrente. Dalla piazza Nicolaievsky avanzano i dimostranti. Sono pie– .coli e neri. Avanzano come vecchi soldati che ricordino anc6ra la cadenza del passo e la distanza. Si tengono per mano. Guardano 1blioteca Gino Bianco
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