Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

720 M. Viscardini ' torrente gonfia d'improvviso e in una nottata si porta via tutte le fatiche di cinque mesi. Povero impresario, dicevamo noi, aspet– tandoci per l'indomani la notizia di un suicidio. Se avessero visto il cantiere in quei giorni! (~uale devastazione! Attrezzi, paracche, materiali, tutto era andato giù per la valle, fin chi sa dove; l'acqua aveva fatto letteralmente piazza pulita e rimesse le cose nel pristino stato! C'era da impazzire! Invece all'.indomani del disastro, ècco l'impresario, con l'aria più serena del mopdo, che sciala pollastri· e bottiglie coi suoi caporioni; pareva uno che ha vinto una quaterna al lotto. <Siiìgurino che, durante la piena, gli operai dell'impresa avevano lavorato ad.. aiutare il fiume, rovesciando murature, get– tando nella corrente tutto quello che si trovavano sotto mano, le– gname, cemento, carriole, baracche, badili e picconi, roba vecchia e nuova; ma soprattutto la vecchia, sparita così, senza lasciar traccia del suo •stato né del suo valore. Ora, a norma del capitolato, i danni delle piene toocavano al governo. La cattiva muratura fu pagata per buona, il cantiere fu valutato per un valore dieci volte più grande di quello effettivo; cosicché, curioso paradosso idraulico, fu una piena che rimise a galla l'impresario!>>. Peccato," pensavo tra· me, ascoltandolo, che· un uomo tanto esperto come privato, sia costretto dalla legge ad essere un min– chione come sindaco. E che lo fosse, accettando l'offerta giuntagli all'ultimo mo– mento, lo accertai qualche tempo dopo, un giorno che venni a co– noscere di persona l'imprenditore che l'aveva presentata. - E così? - gli domandaL - Come vanno i lavori laggiù, al ponte di ,Santa Losanga ? - Bah! - rispose. - Ohi ne sa nulla! Non li abbiamo anc6ra incominciati. Cosa vuole! Con quei prezzi! Il Comune ha fatto causa a me; io ho fatto causa al Comune. Vedremo chi vincerà. Del resto, non è una cosa urgente. Hanno un ponte di legno che serve anc6ra benissimo ! II. Ohi avrebbe mai pensato che, quella sera med'esima dell'appalto andato a male, quando la delusione, il disgusto, la stanchezza fisica stessa dovevano essere al colmo, avrei trovato Arcipaoli inna– morato morto di quella zingara che gli aveva rotto la testa collo zoccolo? Egli mi confessò di averla incontrata qualche ora prima. - Appena mi vide, mi salutò e sorrise; allora le chiesi dov'era il suo cùmpagno. « Ah, - rispose, - se mi vedesse qui a discorrere con un signore, poveretta me! Per fortuna è lontano e prima di notte non torna. - Ma ha forse qualche motivo per essere geloso ? .iotecaGino Bianco

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