Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

Il ponte di Santa Losanga 715 Facciamo questo giochetto. Tu presenti un'offerta fittizia a nome della tua società, chiedendo un rialzo dei prezzi. Io mi astengo. La gara va deserta, e allora mi combino il lavoro a trattativa privata. Ottengo dei prezzi nuovi e ti passo una percentuale sul– l'aumento concordato. Ti va? - Ehm ! Pastetta ! - Benissimo; puoi chiamarla pateracchio, frignoccola, collu- sione, torta in famiglia ; ad ogni modo .... - E quanto sarebbe la percentuale ? - Il quindici.. .. il venti. ... - Caro mio, non se _ne fa nulla, - risposi categorico. - In questi affari non mi ci metto ! - Come ti piace. Predica e popone vuol la sua stagione ! Arrivati alla stazione di Santa Losanga, affittammo un cales– sino, l'unico che ci fosse, oltre la sgangherata vettura postale, e ci avviammo su per la montagna. - Ehi amico! Si direbbe che il tuo cavallo è stato al servizio dell'innaffiamento stradale! - osservò a un certo punto Arcipaoli, vedendo che s'andava a•flemma e tempo. Ma il cocchiere no_nse ne diede per inteso. Poco dopo ci fermammo del tutto. Eravamo intoppati in un biroccio che ci sbarrava la strada. Aggiungemmo le nostre voci a quella del cocchiere, perché ci dessero la via; ma il barrocciaio era così occupato a menar botte col manico della frusta, che non ci udi punto. Ci alzammo allora a guardare che cosa picchiasse, ·e scorgemmo una donna rannic– chiata fra le gambe dell'uomo, con la faccia tra le sue ginocchia, in modo da offrirgli la minima superficie vulnerabile. - Ehi là! Porco di Sant' Antonio ! Lascia andare la frusta e facci passare! - gridò Arcipaoli. - Che vi pigli ùn canchero a tutti quanti, - rispose quello tra i denti. · Scendemmo allora dalla vettura e ci gettammo sul ·barrocciaio. Arcipaoli, più .svelto e deciso, lo tirò giù dalla serpa e, senza tante spiegazioni, gli diede un manrovescio. Li vedemmo, in un batter d'occhio, afferrarsi per la vita, e cercare di buttarsi giù l'un l'altro, sbuffando e digrignando i denti; quand'ecco la fanciulla, che pa– reva morta dai colpi, balza alle spalle del nostro amico e comincia a menargli certe zoccolate alla testa come se avesse da piantarvi un chiodo. Buon per lui che il cocchiere edl io, paiSsato il primo istante di smarrimento, e vista la brutta piega che prendeva la faccenda, ci lanciammo nella mischia. Il cocchiere afferrò la femmina per la vita e con un grande urtone la buttò riversa in mezzo alla strada ; Biblioteca Gino Bianco

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