Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
Incontri con D. H, Lawrence 709 mente i bassi istinti di molte classi di lettori in molte parti del mondo. Per me non v'lha dubbio che Lady Ohatterley fu il tentativo maggiore che il Lawrence compì, sul declinare della sua vita, ma in un tempo di vivida chiarezza intellettuale, per porre e risolvere il problema dell'amore integrale, come la sua grande novella, L'uomo 'che mor:ìy fu .il tentativo maggiore da lui compiuto, non molto tempo dopo, per risolvere e superare il problema del cri,stia– nes~mo. Ma il romanzo arditissimo rese più fosca la sua fama e lo mise più al bando da quella società benpensante che egli non poteva .soffrire e la quale ostentava di sfuggirlo, nel mentre lo attirava per una perfida, smaniosa e sorniona curiosità di vedere ii mostro da vicino. Lo ricordo in un pomeriggio in cui egli mi convocò, « come un contravveleno)), nel salotto d'una delle vecchie intellettuali in– glesi, del quale quel giorno egli doveva essere la maggiore attra– .zione. V'erano riunite alcune delle più orribili spinsters d'ella co– loni·a britannica che avevano letto Lady Ohatterle'Jj di nascosto e ne inQrridivano pubblicamente, con pruderie vittoriana, e v'era presente con noi un veterano inglese della critica, di vasta cultura; ma per il quale il Lawrence doveva essere un fenomeno dli dege– nerazione. Due mondi si confrontavano e si vigilavano, pieni di :sospetto, terrorizzati l' uno dall' altro e non vidi mai Lawrence sorridere in silenzio con più compunzione, condannandosi ad un mutismo feroce, mentre le vecchie damigelle e il veec.hio critico parlavano di tutt'altre cose, sogguardandolo come un nemico terri– bile e scandaloso. Quando Lawrence non ne poté più, si alzò di :scatto, mi fe' cenno di prender congedo e; afferratomi pel braccio, mi costrinse ad uscir con lui a precipizio dal salotto e dalla casa. Fuori, liberato, scoppiò in una risata, diabolica veramente, metten– -dosi a correre· come un ragazzo e gridando : << Lasciamo i morti sep– pellire i loro morti!)). Non compresi :mai come in quel giorno, dopo quella scena, i motivi imperiosi della fuga di Lawrence, di conti– nente in continente, d'alle ravviate, prudenti, morigerate cerchie sociali che avevano fatto di tutto per comprimerlo e soffocarlo. Egli aveva sempre sentito il bisogno, ad un dato momento, di abbandonare i morti, di scampare dalla morte. Della morte si parlò a lungo, molto tempo dopo, in un giorno di magnifico sole, in una passeggiata su i Lungarni. Egli era stato molto ammalato, avevamo creduto d'i pe11derlo e aveva superato a :fatica una delle sue peggiori crisi. Stava per partire per rifu– .giarsi in un sanatorio svizzero. Era emaciato e pallidissimo, ma ca:ffermava di aver lavorato molto e con ardore anche durante la .crisi, a letto. - La morte viene quando si vuole che venga, quando la si BibliotecaGinb Bianco
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