Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
Incontri con D. H. Lawrence. 707 che aveva sotto il braccio dicendomi: « Ecco un corpo di reato! Oltraggio al pudore britannico e internazionale!>>. ~rano le prime bozze di Lady Ohatterley'hover, composte in una piccola tipo– grafia :fiorentina, da una maestranza che non· sapeva una parola d'inglese. Lawrence era, quella mattina, in vena di ·sfogarsi. Mi raccontò che il romanzo gli era stato respinto dal suo editore londinese e da altri perché considerato impubblicabile senza tagli, ritenuti ne– cessari per non inoorrere nelle ire della censura, che lo avrebbe altrimenti senza dubbio sequestrato di'urgenza, e mi diede le prime informazioni intorno all'indole coraggiosa e alle intenzioni secondo lui puritanissime dell'opera ormai celebre in tutto il mondo. Aveva preveduto le difficoltà della pubblicazione in Inghilterra e per questo aveva deciso ·di farlo pubblicare in Italia, ma non sapeva risolversi all'espurgazione. Del resto, tutti i ,suoi tentativi ,di ta– glial'B e amputare, fatti contro voglia, non gli erano riusciti e s'era deciso a resistere a consigli e ad ingiunzioni. Il romanzo, o sarebbe uscito cosi come stava e come me lo faceva vedere, o non sarebbe uscito, o meglio non sarebbe entrato in Inghilterra e non sarebbe andato in America. Riconosceva l'arditezza di alcune pagine, ma il romanzo gli sembrava puro e necessariamente purificatore. Non volle narrarmi la trama del romanzo, ma mi disse che, a. suo giudizio, era il più <<vergine>> ohe fosse stato scritto in inglese dalle origini della lette– ratura britannica ad allora, e solo più tardi, quando egli poté man– darmi una copia della edizione :fiorentina del libro, compresi il valore e la sincerità d'el suo sfogo, a lettura fatta. - Questa lotta contro la sessualità, l'oscenità, la pornografia è non solo ipocrita, ma bassamente interessata. I termini della po– lemica vengono sempre adoperati a caso o scambiati a bella posta. Si tratta di salvare tutta una letteratura che è essenzialmente por– nografica, anche se non ne ha l'aria e se si ricusa, con una smorfia, di dire pane al pane e vino al vino, chiamando le più naturali cose sessuali col loro vero nome, che è sempre meno suggestivo e di– ciamo pure meno osceno degli altri nomi. Io chiamo qui le cose col nome con cui devono essere chiamate, col nome con cui tutti le chiamiamo.· È un atto di sincerità- necessaria. È un appello alla sanità necessaria. La pudibonderia nasconde, nel maggior numero dei casi, una corruzione che non può più esser nascosta a nessuno che abbia occhi per vedere e per leggere. Vi assicuro che c'è più de– viazione e perversione sessuale in un romanzo di Galsworthy che in Lady Ohatterley. Tutti i critici che grideranno d'orrore e faranno· :finta di arrossire leggendo Lady Ohatterley, sono quelli che tutti i giorni levano al cielo come capolavori edificanti dei romanzi che d'escrivono in forma sentimentale o comunque ambigua, e perfida- BibliotecaGino Bianco
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