Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

704 A. Sorani In Inghilterra non c'è più niente. Avremo delle furiose lotte sociali, delle interminabili mischie di partiti contro partiti. Ma nessuna vera rinascita nessun movimento capace di prendere il mondo nel ' . suo vortice. Le fonti stesse della vita, in Inghilterra, si sono essic- cate e nessuno le potrà più riempire e far dilagare, a meno che non avvenga un miracolo imprevedibile. · Fu dòpo avermi dette queste parole, un giorno, che egli mi ac– cennò ad una lettera che gli aveva scritto l'amico Ald'ou,s Huxley per assi-curargli tra l'altro che <d'unico paese in cui si potesse ormai vivere era. la penisola italiana». Lawrence ne era da un pezzo persuasissimo e lo aveva anc6ra dimostrato coi fatti, la– sciando il suo rancho d'el Nuovo Messico per tornare a vivere tra noi, in Toscana._ - Non parliamo più d'arte o di bellezza. Ma il vostro popolo è anc6ra il popolo vero. Ha. ancora degli istinti vivi. Le sve stesse superstizioni sono ancora delle :iJspirazioni. Credo che se c'è oggi un popolo degno e capace di compiere d'ei miracoli è proprio il vostro. Non è stato mai falsato, non si ,è la,sciato mai falsare, in nessun secolo, ,da nessun dominatore. Ha continuato a vivere la sua vita c.he è profonda e obbedisce a leggi che non sono sem– pre o no n ·son o mai le leggi .scritte. Il vostro popolo non è sofisticato e non è ipocrita, perché obbedisce a un mi>sterioso senso di verità, che è in lui insopprimibile. E l).a un sangue che non è stato anc6ra corrotto e che tutti gli incroci possibili e immaginabili ha,nno arric– cJhito. Dicono che è poco i}!trospettivo; ma in nessun popolo come nel popolo italiano parla la voce del sangue, specialmente nel mez.w– giorno. Il sangue italiano ·1aggiù ribolle da scaturigini intatte e splende come il vostro sole. È un altro vostro sole che vi illumina. Sono stato molto tempo nel mezzogiorno d'Italia e quel sangue del vostro popolò merid'ionale è più denso e splendente d'ogni altro san– gue e in al~uni contadini calabresi e siciliani, anche dei più taci– turni, dei più chiusi in loro stessi di fronte ad un estraneo, m'è parso di s entirlo cantare con una vòce d'armonia, ignota a' coloro stessi c.he mi permettevano., inconsapevoli, d'udirla. La vera sapienza, la vera saggezza, la vera vita sono un patrimonio inalienabile di questo popolo meridionale, rimasto il medesimo nei secoli. Gli antichi italici non sono affatto mortL Vivono in loro e non è affatto strano che si senta spesso la tentazione di riandar da loro agli etruschi. Io stesso voglio scrivere un libro sugli etruschi, e non credo che dimenticherò per questo i calabresi e i siciliani.. .. Raramente come in quella volta m'.avvenne di sentir la conver– sazione di D. H. Lawrence elevarsi al lirismo, ma spesso gli sentii elogiare, con accento di schietta sincerità, la vergine forza e la vita semplice e sobria dei nostri contadini. Come egli non poteva soffrire gli italiani che si affatturavano, scimmiottando usi e costumi d'al- BibltotecaGino Bianco

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