Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
692 M. Casella dovunque si soffermi a rannodare le :fila di una storia ondeggiante sui territori immensi d'a lui percorsi, si diffonde la luce diretta o indiretta che circonda la figura di Oublai Kan. Si è detto, e non ricordo bene da chi, che Marco Polo è il geo– grafo e lo storico del suo signore mongolo· e che osserva l'Asia in funzione della politica mongolica espansionista e realista. Il che sostanzialmente è vero; ma vero in parte. Certo la sua educazione si svolse· alla corte del Gran Kan, dove giunse giovinetto, dove s'appropriò in modo mirabile i costumi dei Tartari e •s'impratichì « di quattro lingue e dei rispettivi alfabeti e scritture)). Egli rac– conta cosi di se stesso : « Era oltremodo savio e prudente, e grande era il bene· che il Gran Kan gli voleva per la bontà ed il gran valore che vedeva in lui. Vistolo cosi sayio, il Gran Kan lo mandò ambasciatore ad una terra chia,mata Oaragian, lontana ben sei mesi di viaggio. Il giovane garzone compì eccellentemente la sua am– basceria. E sicoome ben conosceva, per averlo visto e udito più volte, come il Gran Kan, quando tornavano i messaggi da lui in– viati nelle varie parti del mondo e gli esponevano l'ambasciata per cui erano stati spediti, se non sapevano dirgli altro .sui paesi ov'erano stati, solesse chiamarli stolti eid ignorànti e dire che assai più lo-interessavano le novelle e i costumi e le usanze di quei remoti paesi. <:hequello per cui li aveva mandati; ciò ben sapendo, quando andò in quella ambasceria, Marco fu attento a, tutte le novità e a tutte le cose inusitate che incontrava, per poterle ridire al Gran Kan. Raccolse inoltre, per presentarle al Gran Kan, che molto le ebbe care, moltissime e svariate cose mirabili)). Ebbene qui, come fu osservato, è tutto il sègreto del libro: il de– siderio vivissimo di compiacere il suo Signore, che lo benemel'itò di titoli e di incarichi onorifici; qui sono i motivi dell'ossirvazione minuta e attenta, larga e puntuale, fatta viva dall'esperienza acqui– sita in numerose missioni, trattando e· studiando genti straniere, varie di costumi e di linguà. Tutto il libro di Marco Polo respira nell'atmosfera translucid'a e trasparente di una pura oggettività che è del tutto ignota al mondo europeo contemporaneo : pura oggettiv.ità, che è fuori della lettera– tura, che rifugge da ogni deformazione fantastica, che s'accosta alle cose nel loro essere e le coglie nella loro nudità senza bisogno di veli. _«Chiunque legga od ascolti questo libro, gli creda, p~rché t?tto v1 è vero)), - scrive Rustichello nella sua breve presenta– z1?ne. --: « Qualcosa vi sarà, è vero, ch'egli· (Marco) non vide; ma gh fu riferita da uomini degni di fede>->.Verità : preoccupazione della verità; timore che gli occidentali europei non riconoscano la narrazione come verità; nient'altro che la verità. Ma la verità è tutta ~ello ~tile c~e va dritto alle cose ed è punteggiato di cose e materiato d1 fatti : nudo, semplice, senza aloni fantastici, senza Bibl1oteca Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy