Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
678 S. Young Uniti che fatta eccezione per Nuova York, ha sparso di più la fama dell' Ame;ica per il mondo. L'Ovest Centrale si dedicò di buon'ora all'agricoltura e all'industria su vasta scala, e presto si rese famoso come la sede per eccellenza delle grandi imprese e dei grandi con - sorzi industriali dei grandi mercati del grano, della carne e del pe– trolio, nonché d'~llo sviluppo delle invenzioni scientifiche. Alla vita caratteristica dell'Ovest Centrale manca lo sfondo romanzesco che ebbero invece quella della costa orientale, del Sud e del Sud-Ovest. La rjgidità puritana, portata qui, come s'è detto, dai coloni della,. Nuova Inghilterra 1 si è a volte conservata, sotto forma ·di una certa asprezza e durezza di vita. L'accortezza puritana in fatto di lavoro e di proprietà qui ha assunto forme più vaste e cosmopolite. Non si deve generalizzare tropp~ su un-luogo, una società o una razza; ma si può dire che il genere di vita rappresentato da gli scrittori dell'Ovest Centrale, ha una certa sempiicità prosaica, una certa grigia prati~ità, sotto la quale il vigore della vita palpita, si esprime in parte, ripiega, è volto verso zone meno calde, meno ricche e piene . di quanto la natura sembrasse promettere. Energia, combattività, realismo affaristico, vita, ·ad alta pres– sione, hanno formato nella fantasia popolare un tipo convenzionale di uomo d'affari. L'uomo dell'Ovest Centrale, come di molte altre parti 1 degli Stati Uniti, per vari lati si discosta, è vero, da questo tipo: sarà, a seconda dei casi, più caldo o più impetuoso, più libero o più aristocratico; ma quan(lo si avvicina _agli affari, subentra in lui un qualche cosa, che lo riporta entro la categoria di quella spe– cie. Egli ridiventa il classico businessman,- le cui caratteristiche si sono sviluppate qui, nell'Ovest Centrale, in un tipo completo, tipo· largamente acaettato in Europa come Americano tout court. Si deve forse a questo concetto così diffuso in Europa (e che la stessa America ha in gran parte accet.tato), la concessione dell'ul– timo premio Nobel all'americano Sinclair Lewis. Negli Stati Uniti, quel premio suscitò meraviglia in molti ambienti; sia perché là pochi giuàicano il Lewis come il migliore scrittore americano; sia perché la sua forma mentis è ora, in certo modo, sorpassata; sia perché con q~el fatto ~-]~Ameri~a:q.i appresero, non senza stuporer che la concezione della vita americana del Lewis era stata accettata. come tipica e autentica da un mondo di lettori stranieri. In realtà Sinclair Lewis, benché per nessuna ragione possa dirsi il nostro migliore scrittore, è uno scrittore di gran talento. L'opera sua ha origine da fonti realistiche diverse; le sue doti consistono spe– cialmente nel fatto ch'egli ha un occhio e un orecchio giornalistico· nell'osservare la vita; ha il dono del giornalista di vivificare la prosa· e i particolari della vita cotidiana, di renderli abbastanza veri e riconoscibili, per quanto superficialmente sentiti e raccontati • di dar loro una specie di falsa vivacità che interessa, e, fino a u~ BibliotecaGino Bianco
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