Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

668 L. Salvatorelli - La vocaz-ionedi Raffaello Lambruschini Quando Raffaello Lambruschini scriveva queste parole, il suo ci– clo spirituale era compiuto. Egli si racchiudeva, nella sua, rispettosa .devozione alla Chiesa, e si confortava nella pietà intima e negli esercizi di religione. « Pregava col fervore dì un angelo)), ebbe ad · attestare al Gàmbaro il suo ultimo confessore, « celebrava, la messa con tale dignità e raccoglimento da edificare chiunque vi avesse assistito)). Ooll' autorità ecclesiastica non ebbe conflitti. Allor– quando, un anno avanti la sua morte, il vescovo di Fiesole mon– signor Frescobaldi (da cui dipendeva Figline) lo richiese di una dichiarazione di cattolicismo, di sottomissione alla Sede Aposto– lica, e di disapprovazione de << la ingiusta, e sacrilega usurpa– zione· che si è fatta degli Stati Pontifici )), egli rispose, che del suo cattolicismo non si poteva dubitare, ma ch'egli non inten– deva immischiarlo colla politica. E il suo Ordinario, che pure aveva fama di'intransigentissimo, non insistette. Il confessore del Lambruschini, canonico· Guidotti, temeva di qualche incidente colle autorità ecclesiastiche al momento degli ul– timi sacramenti; e volle, come si dice, guardarsi le spalle. Lo ras– sicurò Bettino Ricasoli, del Lambruschini amicissimo. << Ella faccia tranquillamente il suo dovere, e somministri tutti i sacramenti come si usa con ogni buon cristiano. Se maf in seguito a:vesse delle noie, mi avverta; sapremo ripet'ere le disposizioni prese per padre Gia– como)). Il richiamo era un po' sproporzionato, non tra' il canonico Guidotti e padre Giacomo, ma tra Lambruschini e Cavour. E non ci fu nulla. L'8 marzo 1873 Raffaello Lambruschini mori tranquil– lamente, con tutti i conforti religiosi; e n canonico Guidotti, che glieli amministrò, rimase indisturbato. Se avesse terminato Dell'~1utorità e della Libertà, e l'avesse pubblicato, le c0se sarebbero andate probabilmente in modo diverso. 1 Ma del non aver fatto né l'uno né l'altro la ragione, ormai, non sarà da cercare soltanto in una mancanza di sistematicità o in una scarsa resistenza al lavoro del Lambruschini. È chiaro, che per l'auspicato rinnovamento del cattolicismo egli finì per rimettersi a Dio, rinunziando a quella vocazione riformatrice, cui aveva creduto nella maturità della vita sua. • LUIGI SALVATORIDLLI . .. Biblioteca Gino Bianco

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