Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
La vocazione· di Raffaello Lambruschini 663 gogia. •Ma al tempo del Primato, e anche della Teorica del sovrwn– naturale (1838), il pensiero del Lambruschini aveva percorso da un pezzo tutto i~ suo ciclo ascendente ; ·né con quel primo Gioberti egli poteva trovarsi troppo di'accordo. Si trovò invece d'accordo più tardi, nel periodo del '48, in idee religiose (quella, fra le altre, del carattere negativo delle definizioni dommatiche) e politiche. Ma, - cosa notevole, - mentre il Gioberti, dopo le esperienze quarantottesche, divenne più radicale in politica e in religione, il Lambruschini rimase moderato nella prima e si volse a maggior conservatorismo nella seconda. Se Fautonomia d'ello sviluppo spirituale del Lambruschini non pare contestabile, egli, però, risentì aissai le influenze esterne nella condotta pratica, soprattutto nell'ardore più o meno vivo di azione. Sùbito dopo il 1830 il solitario di San Cerbone freme di d'esi– derio impaziente per un'operosità religiosa-socia.le , ch'egli crede necessaria, a cui si sente chiamato e invita altri a d associarsi. Scrive al Capponi il 7 agosto 1831 : « Di grazia associamoci, fac– ciamo una lega in soccorso dell'umanità bersagliata qua dai San– simoniani, là dai Gallicani, più su d'ai Papalim, più giù o più su anc6ra (come volete) dai Lammenesiani, e per ogni dove dagli incredJuli e dagli indifferenti. Il popolo intanto soffre, si rivolta, non ha più alcun freno, non crede più a preti e or ora non obbedisce più aid alcuno. - Prepariamoci, càro Gino; formiamo il nostro si– stema; aiutatemi colle vostre idee luminose; e chi sa che un gioq10 non siamo chiamati- a far del gran. bene)) (Riforma rel-igiosa, pp. 5-6). Il Lambruschini è sotto l'impressione della rivoluzione del 1830, delle sue propaggini e dei suoi strascichi. ,Erano finiti da poco i moti dell'Italia Centrale; ma, più che da questi, il Lam- · bruschini è probabilmente impensierito della perdurante agitazione in Francia, anticlericale e_repubblicana. Quanto e più anc6ra dei moti di straida lo preoccupano le diverse correnti di propaganda politico-religiosa, con nessuna delle quali si tròva d'accord'o. Se di un'influenza del Lamenna,is su lui si può adesso parlare, questa non è già nel senso dl'indurre il Lambruschini ad arrolarsi nelle file lammenesiane, ma di fargli sentire la necessità di far qualcosa di diverso. Più anc6ra, però, lo preoccupano i Sansimoniani: c'è in essi molto del buono, ma occorre ·sceverarlo dallo stravagante e d'all'antiliberale e ricondurlo al cristianesimo. Legge assiduamente il loro organo, il Globe, e prende note; vorrebbe che anche il Cap– poni facesse altrettanto, e che poi s'intendessero. S'intendessero non in una conversazione accademica, mà per un'azione comune. « Se leggerete di seguito il Globo, vedrete che non si può più stare inoperosi)). Finita la lettera, ripiglia la penna per incalzare in BibliotecaGino Bianco
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