Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
M2 L. Salvatorellì nessun impulso ·poteva trarne il nostro per il suo assunto. Ancor più lontano egli era dal Lamennais ultramontano e teocratico della prima maniera. Il Gàmbaro ha già fatto la dimostrazione esau– riente, che nessun legame esiste fra il Lambruschini e il gian_se– nismo. Né il rigorismo e l'ascetismo giansenistici, né le dottrme teologiche sul peccato, la grazia, la predestinazione, che sono die– tro di quelli, potevano trovar rispondenza nello spirito del Lam– bruschini. Più generalmente, egli detestava le dispute della teolo– gia dommatica e morale : il meno di teologia possibile era un suo principio fondamentale, e questo già bastava a scavare un fossato fra lui e i giansenisti, teologi ferrati e appassionatissimi. >Mante– nere intatto l'edificio dommatico e disciplinare antico, dei Padri e dei concilii, era ·il postulato fond'amentale del giansenismo. Lam– bruschini voleva riformare e temperare la disciplina (per esempio della penitenza sacramentale) più anc6ra che non avesse già fatto la Chiesa, e che pur già era troppo per i giansenisti. In quanto ai dommi, egli non ne respingeva nessuno; ma, senza impacciarsi troppo delle antiche autorità dommatiche, distingueva fra i dommi fondamento della vita morale (Dio, l'immortalità dell'anima, la fede in Gesù Cristo) e _i dommi-mistero, a cui ci si deve inchinare per omaggio-alla Rivelazione, ma senza specularvi intorno per pe– netrare l'oscurità loro essenziale. Giungeva anzi a· formulare il principio, - ripreso ai nostri giorni, ma del tutto indipendente– mente, dal modernismo, - del carattere negativo delle definizioni dommatiche, dirette ad escludere le eresie piuttosto che a 'determi– nare ed imporre una formula precisa di credenza. I\ Lambruschini era, al tempo stesso, più ardito di idee del giansenismo e P.i I). conciliante verso il cattolicesimo attuale, perché partiva da un punto di vista radicalmente diverso. Mirava a un adattamento ai nuovi tempi, a una conciliazione fra autorità e libertà, mentre il giansenismo era soprattutto restaurazione arcaizza,nte. L'uno guar– dava al passato, l'altro al presente e al futuro. L'uno partiva dal– l'idea della gloria e _della volontà assoluta di Dio, cui l'uomo deve unicamente servire (è una delle affinità principali del giansenismo con il calvinismo), l'altro dal valore e dalle necessità d'ell'uomo, nel cui spirito Dio si rivela. Affinità reali il pensiero religioso del Lambruschini le ha col Gioberti. Ma non si può parlar d'influenza, né da una parte né dall'altra. Quando il Lambruschini poneva mano, poco dopo il 1820, alla sua opera religiosa, il -Gioberti, di tredici anni più giovane di lui {l'uno del 1788, l'altro d'el 1801), ma precocissimo, metteva, in carta già d'a alcuni anni il progetto di un lavoro sulla riforma ecclesiastica. Tutto, però, rimaneva inedito, a Torino come a Figline. Più tardi, il Gioberti pul:!blica di filosofia e di religione quando il Lambruschini si limita pur sempre all'agronomia ed aÌla peda- Biblioteca Gino Bianco
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