Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
658 L. Salvatorelli fatti d'ei grandi progressi : perché dove sono parole turbolente è passione e dove è pàssione manca cei·tamente la luce e la dolcezza della ve;ità >> (DeU'Autorità e della Libertà) Appendice, p. 357). Sono parole di quella <<Introduzione>> già ricordata, che, scritta intorno al 1822, in realtà _espone indirettamente la sua trasforma- ziom, nel decennio anteriore. . Quelle dispute turbolente non sono una semplice contrappo– sizione retorica, ma riflettono esperienze personali. Sono le dispute teologiche e politico-ecclesiastiche, cui il giovane Lambruschini ha assistito da vicino, se pure non vi ha preso parte. Di fronte ai trattati e ai metodi scientifici, come quelli d'el De Candolle, dli cui egli è soddisfatto, ci sono per lui quegli altri di cui è mal– contento. « Ora si dia un'occhiata imparziale al· carattere logiéo e morale delle nostre opere in materia dli Religione e di costumi. Quante opinioni, spesso veramente congetturali ;· quante conse– guenze o ampliazioni dubbiose, quante nozioni inesatte, non vanno confuse nelle nostre Teologie, nelle nostre Etiche, nelle nostre Apologie, nei nostri libri di preghiere, a verità di prima evidenza; e .sono sostenute col medesimo interesse ed istillate colla medesima importanza!>>. Non si tratta solo, per lui, di confusioni e dispute teoriche; ma delle loro conseguenze pratiche. << Dovrò io ricordare le divisioni d'ei seguaci d'uno stesso Vangelo; le controversie tra i cristiani d'una med'esima professione? Le persecuzioni e le guerre di Religione ; le contese bollenti di tiìdegno, o avvelenate d'ingiuria, talvolta di calunnia, che hanno disonorato la scuole ? )). E seguita indicando con precisione, - pur senza termini tecnici e nomi con– creti, - le dispute sulla Grazia e sulla Predestinazione, le contro– versie morali pro e contro il probabilismo, che avevano alimentato particolarmente le lotte fra Giansenisti e Gesuiti, sebbene non fra essi soltanto· (ivi, PP.· 359-360). ,. Le scienze religiose e morali per il Lambruschini vanno dunque riformate sul modello d'elle scienze della natura. Anch'esse devono esser fondate sull'osservazione. Sarà dunque il nostro un positi– vista anteriore al positivismo? No: perché egli non riduce il mondo religioso e morale a quello della natura fisica. Accanto all'osserva– zione esterna c'è quella interiore. Le-scienze morali << sono la storia ordinata di realtà esistenti, ma esistenti dentro di noi)). Si tratta dii fornire un metodo e una .sistemazione a « la scienza del nostro cuore)). Più tardi egli spiegherà al suo alunno principesco :Napo– leone Gerolamo, che Dio ci si rivela innanzi tutto nella coscienza . . ' poi nella natura ; interviene infine la Rivelazione a confermare ·chiarire, completare quanto le altre due maestre ci hanno inse: gnato. Se il Lambruschini fosse rimasto entro questa cerchia di preoc– cupazioni e ·di aspirazioni, avrebbe scritto un trattato di tec;>logia Biblioteca Gino Bianco
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