Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

La vocazione di Raffaello Lambruschini 651 bruschini. Que·sti non teneva solo la direzione, ma insegnava reli– gione, italiano, matematica, storia naturale; suo fratello Giuseppe insegnava il latino. Non vi mancavano maestri dli francese, inglese· e tedesco, di d[segno e architettura, di canto e musica, e fin di equitazione, di scherma e nuoto : come si vede, insegnamento va– sto, molteplice, moderno, diretto non a scopi pratici, ma alla formazione culturale e morale dell'ind'ividuo. Il metodo d'insegna– mento era spiccatamente sperimentale, mentre quello di educazione associava l'efficacia di un'autorità adoperata secondo accortezza e mi– sura allo svolgimento spontaneo delle facoltà e delle tendenze degli alunni. Non era né la-vecchia pedagogia autoritaria, né la messa in pratica pura e semplice dell'Emilio del Rousseau ; ma un contempe– ramento, secondo l'ind'ole mediatrice e sperimentale del direttore. L'Istituto di San Cerbone, -sciolto nel 1847, durò poco (aveva cominciato intorno il 1830), e, per il suo carattere aristocratico e lo scarso numero degli alunni, non poté avere eh.e influenza ri– stretta. Pure, se fosse pervenuto fino a noi quel Giornale degli alunni, in cui il direttore fissava la sera le cose più notevoli osser– vate durante la giornata, esso sarebbe per noi documento interes– sante. « L'unico frammento)), dice il Gàmbaro, « che mi è accaduto di ritrovare tra le sue carte, contiene riflessioni psicologiche così _fini e profonde e attesta così scrupolosa e a volte tormentosa serietà de' suoi propositi e d'elle sue intenzioni, che ci fanno più vivamente deplorare la perdita dell'intero diario)). iMa al di là della cerchia di San Cerbone il sacerdote pedagogista, amante della solitudine campestre, agì col suo periodico· Guida dell)eduoatore e coi suoi libri Della educazione (la edlizione del 1850, 2• del 1863) e Della istruzione (pubblicato parzialmente nel 1852, interamente nel 1871), ambedue ripubblicati in questi ultimi anni .con largo corredo illu– strativo. Il Lambruschini pedagogista non è dunque dimenticato. In quanto all'agronomo, tutta quell'attività dei « georgofili )) toscani merita di essere studiata a fond'o, nella sua importanza politico– sociale e nei suoi rapporti colle attività analoghe contemporanee in Piemonte e altrove. Ma il Lambruschini, che ora richiama più l'attenzione, è il pensatore e riformatore (almeno teorico) religioso. Quel problema dell'autorità e della libertà, ch'è al centro del suo pensiero educativo, dominò anche le sue preoccupazioni religiose. Per verità, fino dal 1879 Marco Tabarrini, nella sua monografia su Gino Capponi, ci parlava di una importante corrispondenza tra il Capponi e il Lambruschini su argomenti religiosi, aggiungendo però, ch'essa era andata distrutta per opera d'el Capponi mede– simo. Nel 1887 lo stesso Tabarrini pubblicava: Pensier-i di un soli-tario. Opera postuma di RAFFAELLO LAMBRUSCHINI. L'« Opera postuma)) era, in realtà, una serie di frammenti, tratti dai fogli BibliotecaGino Bianco

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