Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
Ricordi della Gina 649 ha trovato il suo sostegno di vita nelle legazioni internazionali e nei forestieri. Per questo il forestiero è corteggiato sino all'in– verosimile e servi e facchini, subito segnalato il suo arrivo, cercano di sapere i suoi desideri, le sue abitudini, prostrandosi ai suoi piedi come davanti ai signori d'un tempo. Non si può avere un'idea di quello che sia la folla umana in Cina. ,Sovente pensavo al senso di vuoto che avrei provato ritornando in Europa. Nei negozi dove da noi ci sono cinque garzoni, in Cina ve ne sono almeno trenta, negli alberghi i camerieri -stanno pronti ad ogni angolo, nei teatri, negli ospedali, nelle scuole, nelle carceri la folla rigurgita. Le strad e, i merca ti, i treni, i piroscafi tumultuano di volti d'agli occhi socchit1.si. Ovunque è folla, ovunque moltitudine, sotto l'im– mens o cielo che si solleva asciutto e tenue d'azzurro. Il giorno della mia partenza col mio stesso treno partiva non so quale autorità locale 'e la folla che lo aveva accompagnato, appena il treno si mosse, prese a cantare l'inno cinese che bene esprime il senso e l'orgoglio di tanta moltitudine: Sopra di me splende il cielo cinese, Io calco terra cinese, Io vesto abito cinese, Io mangio cibo cinese, Io che canto sono cinese, Tu che con me canti sei cinése, NÒi siamo quattrocento milioni di cinesi. Viva la Cina. GIOVANNI C0MISS0. BibliotecaGino Bianco
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