Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
766 Stendhal raconté pa.r ceux qui l' ont vu Distingue cosi, e non può" rifiutarsi a una scala di valori alla cui sommità stanno le opere meno strettamente «egotiste»; ma senza negar l'individuo, il Beyle-Brulard che volle presentarsi a noi a ,fianco del Beyle– Stendhal, e illuminarci sul suo mestiere di creatore e sulle sue vicende di uomo, e mostrarci qua,si la miracolosa osmosi per cui la vita alimentò giorno per giorno l'opera. È un gioco serrato e sottile, di gusti personali che diventan giudizi e prineipii nuòvi, di passioni che sono teorie e di teoriche risolte d'improvviso- in un impeto d'affetto, in questa vita che volontariamente non distinse tra moti interiori e accidenti esterni, in questo turbinar di motivi ideali e passionali svariati, -spesso contrastanti, ma sempre fusi nella stretta di un fortissimo e originale temperamento: e si deve fare la storia dell'uomo e sempre anche la .storia dell'arte sua. Dire che Thibaudet vi legge chiaro, e rende questa molteplice unità e · questa caratteristica varietà, questi passaggi e questi scambi, e narra con arguzia i fenomeni senza perder di vista le ragioni ideali, è fargli la. massima lode. Continui gli esempi: la giustezza e la misura con cui si mostrano i tormenti infantili e le prime esperienze culturali causa precipua di un'ostinata irreligiosità e del crudo sensismo nell'uomo, onde gli impulsi a violente decisioni da lui spesso (e più spesso dai suoi personaggi) ca– rezzate o ·seguite; e il primo entusiasmo musicale in Italia (quando diciassettenne senti il Matrimonio Segreto a Novara), onde nacque tutto un sistema critico, e da quello una maniera speciale d'ammirar le pas– sioni; e gli amori, sui quali fabbrica teorie che si risolvono in rapimenti, e che egli pretendeva insieme applica,re alla vita (« Faute de pouvoir étre un Bonaparte de l'amour, il en deviendra plus tard 1~ Jomini.. .. )>). Quanto l'aver inteso bene questi nodi vitali serva al Thibaudet per farsi giudice delicato e assennato deHe opere,· si intende senz'altro: ma con questo non si sarà detto abbastanza per l'arte del critico, ché spie– gazioni e notizie, e influenze dei fatti e interferenze culturali, non solo sono ben colte e dosate, ma esposte con procedere da schietto narratore, fatte viventi e· presentate quasi più alla fantasia e al gusto che al puro raziocinio. Arte preziosa ,che sta divenendo la plledominante e più squi– sita caratteristica di Thibaudet critico, e tanto piacque nel suo Amiel e nel suo Mistral: che vuol ,sollevare tutti gli elementi dal dominio dell'arido documento alla vita dello spirito vera e propria. In que– sto libro essa è cosi _agevole e fertile di trovate che accusa il pericolo del cifrario e sfiora il preziosismo; ma quale delicato piacere pel let– tore di gusto, nel teso gioco di certe notazioni, che rischiano di finire in un tratto di spirito senza staccarsi dalla precisa verità critica, anzi fa.,_ cendola più fresca e presente, dandone quasi il fior'è ! Non è nuova l'importanza di Molière nella poetica Stendhaliana (e benissimo ne parlò il To:ffanin, in La Critica e il tempo), e quella di Saint Simon la confessò Beyle stesso. Ma eoco il Thibaudet, e prendiamolo pro– prio. in Rouge et Noir. Nel bel libro di testimonianze su Stendhal con tanto amore riunite dallo Jouvda (utilissima e gustosa raccolta, a, stu– diosi e appassionati, bella per la viva presenza di StendhaJ., e spesso pel pronto e acuto spirito di quanti lo conobbero e ne, scrissero), racconta il Forgues di un amico che chiese per iscritto a Stendhal spiegazione BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy