Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

A. THIBAUDET, Stendhal 765 ALBEJRTHIBAUDET, Stendhal. - Collect. « Les Romantiques » ; Hachette. Paris, 1931. Fr. 10. Stendhal raoonté par oeux qui l'ont oo. Documents recueillis par PIEJRREJ JouRDA. - Collect. « Figures Vivantes >>; Stock, Paris, 1930. Fr. 15. « On n'en finirait plus avec .Stendhal, je ne vois pas de plus grande louange »; son ,parole del Valéry, e non voglion già dire, o meglio non voglion dir solamente che l'opera dello Stendhal si presterebbe a in,finiti commentari e disquisizioni critiche (poiché questo si potrebbe con qual– siasi altra opera, specialmente delle maggiori), ma alludono piuttosto alla straordinaria ricchezza di motivi psicologici e storici che dalla vita dello Stendhal si possono trarre !-l studiare, e tutti importantissimi a meglio intendere l'arte sua. Quando Stendhal lanciava il famoso « io sarò compreso verso il 1880 » è permesso credere che egli, più che un sicuro appello alla posterità, stabilisse sdegnosamente le sue differenze; e in– nanzi tutto il dispregio verso la retorica romantica: di un romantico d'avanguar,dia nelle nuove grandi idee, ma già ostinato ribelle alla « forma Chateaubriand », per le origini settecentesche che si rivelano dallo stile e sono a tutti presenti col troppo noto modello del Codice Napoleonico. Anche ,soltanto sulla posizione di Stendhal nel romanti– cismo ci sarebbe dunque da far più d'un volume. Ma non basta: quello «stile» e quel« napoleonico», voglion dir molto: c'è il mito dell'energia-, l'idolatria delle passioni umane. nude, spoglie di ogni alone romantico, e l'illuminismo di una lucida e crudele intelligenza, tanto lucida da di– ventare una specie di meccanica superiore; e l'individualismo rivolu– zionario di sua natura, ma insofferente delle teoriche livellatrici umani– tarie. « Egotismo » e culto delle passioni che in Stendhal critico, nel cultore della musica e delle arti italiane, rivelavano il loro pericolo e lo tiravano al « dilettante » ; intelligenza ed energia che gli diedero la potenza di indovinare e trarre alla luce nel Rouge et Noir« une génération en mouvement, et mème (son parole del Thibaudet) un siècle en mouve– ment ». Ciascuno di questi lati ,è caratteristico, d'u inteso e più anc6ra sentito non solo dai critici: e a ono-rare le passioni di questo meravi– glioso dilettante al convegno del 1880 si ritrovò più d'uno, basti pensare al Barrès; !-l alla sua psicologia matematica si rivolsero in molti alla stessa data o poco dopo, sfuggendo al peso del naturalismo. Ma se ora i suoi motivi personali, egoisti, accennano in parte ad esaurirsi, o appaiono spesso non più circondati da quella larga simpatia che li fece vivere, l'opera maggiore, quei suoi personaggi invece, nel loro acre impeto· vitale, negli errori,· nella disperata energia e nel loro debole cuore, ci si presentano anc6ra come appassionanti problemi di vita contemporanea, sempre più moderni, vivi oltre le favole. A ragione dunque sullo « Stendhal maggiore» poggia l'accento il Thibaudet, e a questo riconoscimento si volge tutto il libro; che gode •sulla fine a mo– strar nella vita dell'uomo la stessa linea ascendente che doveva seguire e che seguì l'ammirazione dei posteri: « La vie personnelle de Stendhal, de l'homme de 1835, de plus en plus se fait mince devant la vie de ses héros, les hommes de 1935 ». BibliotecaGino Bianco

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