Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
E. PISTELLI, Le memorie di Omero Red·i 751 « i professori esaminati ridiventano tali e quali come ragazzi>>; « nei mesi di vacanza anche i professori ridiventano uomini come gli altri>>. Esami di maturità : « la maturità ora vieue pel' forza: allora aspetta– vamo che venisse da, i-;é ». Olassicità, cli Pinocchio: « ora pare impossibile che ci sia stato un tempo eh() non ci sia stato Pinocchio; eppure è così .... )). E se l'umore scherzoso e da burla ora è diminuito, in compenso il vecchio Pistelli ha tratti più segretamente commossi: « ùn bimbo in braccio alla mamma non ti fa. commozione quanto un bimbo in braccio al babbo. La mamma sa tenerlo sul braocio sinistro con disinvoltura e intanto può-attenclere a tante altre faccende quasi senza occuparsi di lui. E invece il babbo se lo stringe forte contro il viso con tutt'e due le !braccia .... >>.Chi ha, conosciuto il Padre Pistelli e gli ha voluto bene, sa con che cuore lui dovette scrivere queste righe. Ma a chi l'ha co– nosciuto, le Memorie degli.ultimi anni dicono-anche altre cose .... Nel padre Pistelli c'erano due-aspetti e quasi si direbbe du() uomini: uno bonario, amabilmente scettico, volentieri accomodante (non p-er sé, ma in favore altrui) - e un altro entusiasta e all'occorrenza risentito, intransigente, esclusivo. Lui umanista, di gusto sereno e oraziano, fa– c.ilmente immagin,1,bi1e in una brigata spendereccia, - fu poi invece cosi fedel() al SavoJ;1arola da essere detto a Firenze « l'ultimo dei Pia– gnoni ». In poltrona, col sigaro, tra i suoi libri,· a qualunque ora in– ventava malizie frizzi e motti come un vero toscano del Gra,nduca; - e se poi l'incontravi ìa sera pei marciapiedi di verso il Duomo che andava a uri convegno o :t un comizio, con due libri e qualche giornale stretto al petto dalla mano sinistra, e la destra che falciava in aria, l'avresti detto un ifiorentino di Giovanni Villani pronto a « riottare » . Manzoniano, intendeva benissimo il quieto vivere di Don F' €lrrari.te e voleva bene a Don Abbondio; ·ma, poi citava. Dante dove dice che ag li sciocchi è da « rispondere col coltello». Dei due, qual'era il pi-ù vero Pistelli? Non dirò ora di aver trovato in quest-e J.11 emorie una risposta alla domanda; ma qualche spiegazione c'è. Ricordando la .sua prima gio– vinezza a Camaiore (il babbo, come già il bisnonno Ilario, era far– macista; il nonno Ermenegildo medico; medico uno degli zii, Emidio ; altri due zii, Venanzio e Antonio frati, ma d'uno stampo tagliato sulla tonaca di fr;i' Cristoforo), ricordando dunque i suoi vecchi, il Pistelli confessa : « 0\era spesso tempesta in casa mia : eppure i miei vecchi eran tutti braYt'. •t buona gente e si volevan bene. La tempesta scop– piava ,per l'arte, per la musica e specialmente per la politica, perehé i miei vecchi orano svesso e volontieri ·d'idee opposte e tutti di caratterp focoso .... Quando dopo tanti anni li ripenso tutti insieme, il babbo e i due zii, vedo tre visi che a un tratto diventano di fiamma. e sento ancora gli urli delle discussioni violente. Il babbo che nel Quarantotto era scappato di casa per andar volontario alla gu()rra e aveva combattuto a Curtatone, e lo zio Venanzio che, come vi racconterò, aveva fin da ra– gazzo congiurato per l'Italia erano liberali accesissimi. Invece lo zio Emidio era un codino e se ne vantava». Questi sono i personaggi che il padre Pistelli trova in cima ai suoi ricordi; questi e la mitissima mamma che pa-ssa la vita a guidare la BibliotecaGino Bianco
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