Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
N. TOMMASEO, Norme di vita ecc. 749 Il libro contiene in fine un Oatech'fSrno, che nessuno sapeva che il Tommaseo avesse lasciato. Anche questo ci richiama al Manzoni che s'adoperava col Rosmini per una dottrina cri~tiana in lingua corr~nte: e conferma la volontà di quei laici di servire lai loro gente e la loro fede in umiltà. ·sono sorprendenti i doni postumi, della penna del Tommaseo, per numero, e per qualità, in questi ultimi a,nni ! Dell'esumazione presente il merito è tutto di Piero Misciattelli, che ha messo felfoernente la mano sopra l'archivio, rimasto a lungo ignorato, di un erede a .Sebenico, e ha acquistato un materiale dal quale si attendono altri frutti culturali cospicui. Ne ba riferito egli stesso in Pègaso, II, 7; e ,si confronti l'altro saggio inedito Della letteratura liberatr·ice, ib., II, 8. I quattro scritti che intanto il Misciattelli pubblica in questo volume, per quanto non c0stituiscano un tutto organico, e ,siano anche per sé framrnentarit, accrescono di pagine molto notevoli la nostra non ricca letteratura religiosa. DOMENICO GUERRI. ERMENEGILDO PISTELLI, Le memorie di Omero Redi, - Bemporad, Fi– renze, 1931. L. 15. Queste Memorie il padre Pistelli le venne scrivendo sui sessant'a,nni, che è come dire, purtroppo, gli ultimi anni della ,sua vita. « Quando avrai sessant'anni sarai sempre UD ragazzo», così aveva predetto al Pistelli ormai giovanotto ìa sua mamma. E lui giunto a, quell'età conferma: « E preghiamo Dio di restare ragazzi sempre>>. Per riuscirci meglio il Pistelli finse che anche le Memorie (come già ;te Pistole) fossero scritt~ da Omero Redi, quel ragazzo fiorentino un po' pungente, un ,po' dispettoso, canzonatore parecchio, ma infine buon ragazzo, .che il Pistelli ideò, un po' come una sua riduzione più spicciola e franca, un po' come il tipo ideale, il meglio di sé 1 ). Premette dunque Omero a queste Memorie : « memorie mie e del mio professore.... Io rac– conterò come se io e lui fossimo una persona sola : toccherà a voi sapere distinguere il mio dal suo. E non crediate che vi ci vorrà un grande sforzo, basterà un po' di buon senso. Se leggerete delle cose un po' bi- 1) Sugli intimi rapporti che corsero tra Omero Redi e il padre Pistelli, meglio di tutti ha scritto GIORGIO PASQUALI: « esso (Omero) è anche quel che di fanciullesco sopravvive compresso in qualunque uomo più ricco di esperienza non abbia perduto la facoltà di rimanere a colloquio con l'anima propria, con quella parte appunto dell'anima propria ch4' è meno incatenata da pregiudizi sociali.... Dall'uomo ma– turo, ricco di esperienza, ma non ancor chiuso alle esperienze, questo risorgere improvviso del fanciullo è sentito quasi un'ironia, che per lo più è dolorosa come dolorosi sono tutti gli sdoppiamenti ..,. Questa duplicità si esprime miticamente nel– l'identità tra il ragazzo camorro Omero Redi e il vecchio professore prete Er– menegildo Pistelli che ci sta sempre insieme.... Ci si può chiedere se su questa concezione abbia avuto qualche influsso il Fanciullino del Pascoli, ecc. » (Erme– negildo Pistelli. Vallecchi, Firenze, 1927). E Giorgio Pasquali s'affaccia anche lui in queste Memorie del padre Pistelli: « Omero dice che il prof. Pasquali è dimolto buffo .... )). BibliotecaGino Bianco
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