Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

Silvio Benco 737 dare uno scorcio della vita borghese, a, Milano, in quel tempo dell'ante– guerra. Ma i mezzi riflessivi del saggio si sono sviluppati oltre le loro stesse possibilità di analisi è psicologia, hanno acquistato forza fan– tastica, suscitano dunque personaggi, assumono logica di vita, condu– cono le vicende con l'evidenza dell'espressione romanzesca. « Libro scarno, asciutto e inadorno )), suggerisce il Montale. Ed _è che il Benco s'è persuaso a scrivere, anche in sede di romanzo, ·col suo linguaggio di tutti i, giorni, il suo linguaggio povero di giornalista; nel quale, se mai cade sulle parole per se stesse un accento di personalità, quasi sem– pre il giro delle frasi ha movimento personalissimo. Così: «- Ti ha m~ntenuto ? - La parola scappata al piccoletto ebbe un suono di ,schiafl'o all'orecchio di Ber-santi, che si masch~rava d'una nuvola di fumo nel suo cantuccio oscuro. Ma colui che era stato chiamato Al– linieri sembrava non conoscere il rossor degli schiaffi. Indifferente al sorriso che il piccoletto faceva per voltar la parola rude in ischerzo, egli raccattò l'ingiuria e la rigirò come se rotolasse una sigaretta .... )). Ma la vicenda sembrerebbe pensata, più che in questa arida luce, nello stile di gran lunga più artiste di un epigono flaubertiano. « Orsola (riassumono i critici) fragile e gentile si dà a un bruto, l' Allinieri, cedendo a un tortuoso capriccio dei· nervi, e n' ha poi lungo orrore, finché riesce, insinuante e pervicace, a indurre al passo estremo il platonico e gemebondo Bl:lrsanti, che si affretta tosto, credendosi un ignobile seduttore, a trarla all' aitare >>. Né la mente del saggista poteva giungere a tanto e sostenere efficaceml:lnte tali personaggi, se Orsola Vi,gelio €l il Bersanti non fossero stati concepiti l' una per l'altro nel chiuso dell'atmosfera intellettuale cara al Benco. « Infine, come Bersanti ti diceva un giorno a Venezia, - spiega Orsola a se ,stessa, - tu hai l'aspirazione ad entrare nell'atmosfera del sole, nel– l'atmosfera della luce pura, dell'elettricitài pura, dove tutto è vibra- . zione, è danza di molecole sensitive: nell'atmosfera dove egli affermava di sentirsi vivere talvolta dopo aver udito recitare Eleonora, Duse, o dopo l'esecuzione d'uno dl:lgli ultimi quartetti di Beethoven .... >>. A questi eroi da Lyceum è contrapposto in Allinieri il fascino deU'esistenza bruta; e certo la figura ,dell'Allinieri è sviluppata, più che con fanta– sia, per conseguenza di contrasti. Allo stesso modo lo sconvolgimento ~ di Orsola: « E Sl:litu Or.sola Vigelio, - ella si chiede, nelle sue lita- . nie, - tu che hai avuto la compagnia degli uomini intelligenti e ti sei sentita ringraziare tante volte d'averli compr,esi, ,sei ·tu che ti metti in così indegno subbuglio per uno sfacciato qualsiasi che ti è pas– sato vicino?>>. Ma la vicenda, e i personaggi con essa, ha recuperi stu– pendi in talune scene di sviluppo connettivo: quelle, ad esempio, di Orsola che fugge sotto l'imp11essione dell'ala sparviera di Allinieri, e di - Orsola che, irresistibilmentl:l attratta, va nondimeno sulle tracce di lui e ,si aggira ansiosa per le vie frequentate da lui. E se lo scrittore non avesse avuto occhio così borghese, se avesse saputo sorridere di questi suoi eroi da cronaca mondana (come ha fatto pei secondari: padre e madre di Orsola), rinunciando al parteggiare stendhaliana– mentl:l per il loro spirito (oh meschina e decaduta parte della gente di spirito!), questo romanzo potrebbe occupare un posto assai più consi– derevole che oggi non occupi. 47. - Ptgaso. BibliotecaGino Bianco

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