Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
Lettera a _Italo Balbo, sul coraggio e la paitra 733 rimpicciniscono all'oggi e al domani l'orizzonte della loro vita e della loro ,speranza. Una rivista tedesca ha domandato agli studenti d'un liceo il loro pen– siero su Goethe. Una ragazza ha risposto, tra il consenso dei compagni: « L'epoca nostra s'occupa dell'immediato presente. Gli ardenti problemi del giorno non ci lasciano il tempo per pensare ai' valori eterni. Noi ci rompiamo la testa per sapere se e come riusciremo a campare la set– timana ventura. Che volete c'importino le discus,sioni sull'arte del Faust, sull'eterno• femminino, sul romanticismo? L'opera di Goethe è letteratura borghese. Per noi non è più attuale>>. ·Risposta pratica, da donna; e risposta tipica. Interroga i professori che non temono di dire ·1a verità : i quattro quinti dei loro scolari e studenti pensano e . operano come quella tedeschina dalle idee corte anche più della zaz– zera. E b3ida: taluni dei giovani s'accomodano in questa angusta vi– sione proprio in nome del fascismo e della disciplina. - Al domani, - dicono, - pensa Mussolini, al domani provvede lo Stato. Che_per la nostra obbedienza lo Stato sia forte, e anche noi saremo salvi. - Ma la distanza che corre tra la disciplina, e la docilità, tra la docilità e l'ob– bedienza, tra l'obbedienza e l'indifferenza, ,si misura sul carattere di ciascun cittadino; e un uomo il quale badi solo all'oggi perché è spau– rito dall'oscurità del doma:i;l.i,e cui manchino la volontà e la forza di pensare alJ'avvenire del proprio lavoro per quanto umile sia, e all'av– venire della propria famiglia, cioè, alla fine, della propria città e na– zione, ·è un tetro egoista senza carattere di cittadino; un'ombra, nel senso antico di parassita. Il comunismo se ne può accontentare: il fa– scismo, no. Dimmi tu se sbaglio. Ed ecco, in. questo panico dell'America e dell'Europa dove l'Italia appare salda anche agli avversari perché ,sa e ,dichiara quello che le occorre per salvare se stessa e quello che occorrerebbe perché anche gli altri si salvassero, tu e i tuoi.compagni vi' raccogliete a Roma a trattare, sulla dura esperienza passata, del mondo avvenire, unito dai vostri voli. Il mondo si sfascia, e voi lo legate. Il mondo ha paura, e anche .Jai vostri morti voi traete ammaestramenti e incitamenti ad andare più alto e lontano. Il mondo non guarda che al breve presente, e voi date mete e mezzi al futuro; e ai miopi della minuta realtà quottdiana regalate, se tanto tanto sanno leggere, un poco d'eterno. Non vi s'ha da dir grazie? L'altro giorno la moglie d'un muratore disoccupato confidava n; un'amica benefica che, nonostante la miseria, ella era riuscita a tenere sempre acceso il lumino a capo dl')lletto sotto la sua Madonna. - Certe _sere quando vi ver,so quelle poche stille d'qlio, faccio fatica a non in– tingerci invece il pane pei miei bambini. Ma tant'è, anc6ra sono riu– scita a tenere il lumino acceso. Anch'ella custodiva dentro sé un poco d'eterno, e ·per questo non aveva paura. Un uomo pratico, di quelli che ·s'3JCCecanoper veder meg lio, a u dirla avrebbe sorriso. L'avessi udita tu, avrei veduto nei tuoi occ.hi quel lampo di passione che ti fa riconoscerl:l da tutti per un capo. Con l'affetto di sempre UGO 0JJJil'TI. BibliotecaGino Bianco
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