Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

730 M. Viscardini significa che il ladro è uno della vostra famiglia,!>>. A quell'annun– cio il padrone cominciò ad attaccarla ai Santi; io me ne scappai di corsa e non so più che sia successo. Ma vi pare ? Ora chissà come andrà a finire! Sospetta di tutti, ci guarda tutti di traverso e temo che passeremo delle brutte giornate! Io e Arcipaoli faticavamo a· tener le risa. - Son tutte sciocchezze, è vero ? - domandò la ragazza. - Altro che sciocchezze! Quest'imbroglio non vuol finire così, - soggiunse l'amico, - bisogna denunciare il fatto ai carabinieri. Egli arrivava in ritardo; poco dopo mezzogiorno, mentre ci accingevamo a partire, eccoti il marescia.llo in persona che viene all'osteria, cercando l'ingegnere Arcipaoli. · - Son qua, - disse l'amico, con quel vago turbamento che prende tutti, a sentirsi desiderati dalla giustizia. Ci riunimmo nella stanza di sopra e subimmo un piccolo interrogatorio. Per quanta urbanità il maresciallo cercasse di mettere nelle sue parole, ci sentivamo smover la bile all'idea di poter esser.e immischiati Ìn una faccenda losca e sospettati di chissà quali birbanterìe. Finite le spiegazioni, chiedemmo a nostra volta il motivo dtl– l'indagine. Allora il maresciallo cavò di tasca un biglietto da visita, e, con un sorrisetto, domandò all'amico ,se ricordasse di averne lasciato uno simile a persona di ,sua conoscenza. Arcipaoli arrossi come un mattone sul fuoco. Ne aveva dato uno infatti la notte prima a quel capetto di zingarella perché si rivol– gesse a lui, qualora fosse d'ecisa a cambiar vita. Il diligente mare– sciallo, perquisendo nella "mattinata i vagabondi, aveva trovato il disgraziato biglietto in tasca alla fanciulla: ecco la ragione dei sospetti, in fondo ai quali, del resto, non c'era che. l'intenzione di giovarci con un buon consiglio : guardarsi dalle compagnie equi– voche e non dar facilmente il proprio indirizzo. Questo incidente ci fece perdere il treno e ci costrinse a passare un'altra notte a Sulpiubello, con grande gioia di Daniele, che ebbe l'occasione di mostrarci i suoi cantieri e, d!iciamo la verità, senza troppo dispiacere da parte nostra. In serata annunziammo a Daniel~ che avremmo tenuto colle due zingare una seduta medianica notturna nella caverna presso il santuario; ma, per quanto incuriosito dal fatto, egli ebbe paura e non ci volle assfatere. O forse capì l'antifona? Chissà che in fondo non fosse meno 'ltupido di quel che pareva! Egli si accontentò di - farsi predire il _destino e saputo dalla bella bruna che non avrebbe preso moglie e sarebbe vissuto intorno _a novant'anni, esclamò : · - Capperi, che pelle dura mi fate, signora chiromanza ! Sarò il nubile scappolo più veterano di tutto il provinciame ! E questi furono gli ultimi strafalcioni che sentimmo da lui. MARIO VISCARDINI. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy