Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

728 llf. Viscardini in occasione di queste maledette :fiere, perché i ladri trovano da vendere la roba li per lì e, quando vanno a sorprenderli, sono più mondi del Cristo. Sopraggiunse in quel punto l'impareggiabile Daniele; avev~ s~– puto in basso della ruberia e arrivava trafelato con un consiglio bell'e pronto. Se si voleva scoprire il ladro, bisognava ricorrere su– bito agli indovini. Una, volta, che era stato derubato lui stesso, uno zingaro gli aveva rivela,to ogni cosa a puntino. - E avete riavuto il vostro? - domandò l'oste ansioso. - Quello no, - rispose Daniele. - Perché sul momento che mi fece queste confabulazioni, io non gli volli credere; e inve~ di porre in atto tutto quello che lui mi scogitava, andai da~ benemeriti. E così il ladro non si potette cogliere sulla fragranza; e ancor oggi io so benissimo che è lui il mio ingrassatore, eppure devo salutarlo e riverenziarlo come un galantuomo, contentandomi di maledirlo mutuamente nella mia interiorità, senza denunziarlo come si me– riterebbe .... - Gli indovini in queste cose sono famosi, - confermai allora con enfasi. - Non si sa come facciano, e la scienza stessa non è ben chiara su questi fenomeni; si parlai di telepatia, di fachirismo, di metoscopia, cli occultismo, di ipnosi, di suggestioni mesmeriane; ma in fondo non se ne sa nulla. Però anche quelli che non sono teosofi, né spiritisti, devono ammettere che è possibile con determi– nate pratiche esoteriche, fisionomantiche e metapsichiche, avvici– narsi alla percezione diretta del corpo astrale, come pure alla esteriorizzazione della sensibilità subcosciente e quindi alla con– statazione diretta del Karma ! M'interruppi un momento per riprendere il filo d'ella mia stu– pida concione e vidi la faccia di Daniele atteggiata al più completo sbalordimento. Egli beveva letteralmente le mie parole inusuali e certo ne avrà fatto chissà qual tesoro pei suoi discorsi posteriori. Conclusi la mia chiacchierata, consigliando all'oste di tentare la negromanzia, atssicurandolo che la scoperta del ladro vero sa- ' rebbe immancabilmente avvenuta; e quanto agli indovini affermai di aver osservato sulla fiera una pitonessa che faceva mplto bene il suo mestiere e che sarebbe forse i:p_ grado di sostenere quest'altra prova. L'oste aiccettò il mio suggerimento, Daniele ne era francamente entusiasmato e rimanemmo d'accordo che, cercata la pitonessa, l'avremmo fatta venire all'albergo verso quell"ora di mezzanotte· in cui gli spiriti buoni riposano e quelli maligni, al contrario, vanno tutti in bùrima a far bischenchi e combinare malanni. Poco dopo, con Arcipaoli e Daniele, ci avviammo al luogo del santuario che distava circa un miglio dal paese. BibliotecaGino Bianco

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