Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932
726 M. Viscardini occhi neri, maliosi, che da un trabiccolo diceva la ventura; ave-va un tipo di zingara montenegrina, e .due poppe da nutrire un vitello. Ci avvicinammo per sentire il discorso che ella faceva con voce meccanica come se ripetesse un'omelia imparata a memoria. _ Don'na mia cara, - diceva la pitonessa rivolta a una ragaz– zona che la guardava inebetita, nell'attesa di chissà quali rivela– zioni. - Una sola cosa ti posso dire sul conto della vita tua. Tu hai in paradiso una persona che ti voleva molto bene ; tu hai pianto molto quella persona; hai sofferto e soffrirai per molto tempo anc6ra; ma non sono lagrime sprecate. Essa ti vola in giro come una farfalla per consolarti quando ne hai bisogno. « Donna mia cara! Una sola cosa ti posso dire sul conto d'ella vita tua; c'è una mala lingua che sparla di te e taglia sui fatti tuoi più che la forbice del vignarolo quando pota la vigna. Guardati da quella mala lingua, che ti sorride e ti accarezza come fa un'amica e vuol sapere le cose tue più intime per portarle in piazza e metterti in ridicolo, quando tu non ci sei. Tu sei una buona e onesta gio– vane; ma i cattivi sono molti e farai bene a tenere gli occhi aperti e nascoste le cose tue più che puoi. « Donna mia cara! Una cosa sola posso dirti sul conto della vita tua. Tu ami un giovane buono ed onesto ; lo hanno accusato dli cose non vere e tu fai bene a tenerlo per innocente. 1Ma per ora non puoi aver fortuna con lui; crederesti di abbracciare un mazzo di rose e abbracceresti una fratta di spine. «Non mutare facilmente lo stato dove sei ; ti pare di star male, · ma potresti capitare in peggio. È vero che hai molti fastidi e lavoro e dispiaceri, ma andresti a trovarne anc6ra di più. Statti dunque contenta allo stato tuo e pensa che tutti abbiamo le nostre pene man– date d'a Dio per meritarci la sua misericordia>>. A questo punto d'el discorso, la zingara si chinò all'orecchio dell'ascoltatrice e le 'disse qualcosa che la fece improvvisamente arrossire e poi ridere. Quindi si volse a un'altra donna che si pose a sua volta, con aria concentrata, in ascolto. Saziata la curiosità, mi girai verso gli amici, ma non vidi più né Arcipaoli né Daniele. I due compagni si erano stancati di ascol– tare la :filastrocca e ave-vano volto l'attenzione altrove, persuasi che io li seguissi. Ma, in verità, più guardavo la zingara, le sue forme esuberanti, il colorito bronzeo, e quegli zigomi marcati, dove lucci– cavano due occhi di fuoco, più mi divertivo ad ascoltarne le chiac– chiere. Finivo col trovarle spiritose, non prive di giudizio, oppor– tune per qualsiasi occorrenza e tali da meritare quei quattro soldi che riceveva. La mia assiduità turbava però il suo piccolo commercio ; le donne cominciarono ad accorgersi di me, e si allontanarono. - De•siderate sapere la ventura, signorino ? BibliotecaGino Bianco
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