Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

1 l ponte di Santa Losanga 725 doci indicare l'uso delle varie leve ed egli se la cavò tanto bene che decidemmo di affidargli la nostra pelle. -Cambiata la ruota, la mac– china fu rimessa in moto ; il contadinello fece rinculare il carroz– zone, lo ricollocò sull'asse della strada, e a piccola velocità si avviò per la china. Dopo dieci minuti la sua fiducia si era comunicata a tutti quanti; la velocità del veicolo andava crescendo, mentre io, tanto per rendermi utile a qualche cosa, stavo presso alla tromba e svegliavo con quella tutti gli echi della vallata. Quando Dio volle, giungemmo in vista di Sulpiubello. La grossa borgata si spandeva nella pianura, dominatfli da una rocca medio– evale tutta in rovina; il monte ripidissimo e nudo la copriva in parte colla sua ombra; mentre sull'altra metà batteva il sole, inargentando il greto· di un largo torrente che l'attraversava. La campagna ubertosa si stendeva tutt'intorno perdendosi in una cer– chia liscia e lontana simile al mare. Giunti alla rimessa, consegnato lo chaufjeitr ubbriaco nelle ma.ni dei suoi colleghi e la macchina all'agenzia di quei trasporti, spie– gata la mal'avventura e fatti i debiti reclami, il nostro insuperabile Daniele ci condusse da un oste di sua conoscenza, raccomandandogli con parole enfatiche le nostre personalità. Poi tutti insieme ci re– cammo sulla 'piazza del mercato. Nel giungervi, fummo assaliti da una nidiata di piccoli porci che ci corsero fra le gambe. Questa non era, del resto, che l'avanguardia di lunghe torme di animali domestici, che apparivano confusi in un tramestio quanto mai pittoresco. Vacche, pecore, asinelli, oche, maiali, quali radunati in gruppi, quali -in moto per lasciar la fiera; stie di polli, ceste di frutta e di verdura, banchi coperti di stoffe, pile di piatti e stoviglie disposti per terra senza un'idea di ordine, in mezzo a bariletti di vino, a sacchi di granaglie sboccati; dozzine di scarpe appese che si davan pedate una coll'altra; ciabat– tine infilate, a tanti colori, che formavano come aiuole fiorite in mezzo ::i,inugoli di piedi gialli e neri, fermi sul banco, dai piccoli sandalini riden_ti per ragazzi ai grandi stivaloni dalla suola dop– pia; e coltelli, badili, utensili di ogni genere; vestiti da uomo pendenti alle stanghe come figure d'impiccati, bancarelle di perline, collane di coralli e vetrini d'ogni sorta balenanti nel sole; nastri lung·hi a tendaggio, maglierie,. fiori finti, borse d'a far la spesa, pettini e che so fo ... ; tutto immerso nel polverone, pestato dai pas– santi, insudiciato dagli animali e bruciato da un sole già quasi estivo. Qua una giovane sposa trattava dei pizzi; là un montanaro palpava un grappolo di gallinelle; più oltre una grossa massaia mi– surava della stoffa,. prendendo come metro la distanza fra la punta del naso e l'estremità del braccio. In un crocchio di giovani donne, notammo una bella bruna dagli BibliotecaGino Bianco

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