Pègaso - anno IV - n. 6 - giugno 1932

Il Ponte di Santa Losanga 723 Poco dopo s'intese da lontano il rombo del motore; la piccola folla si agitò, le teste scopersero i cercini e ognuno si preparò del JlUO meglio a ·dar l'assalto alla vettura. Fummo abbastanza fortunati per trovar posto accanto allo ohauff eur; mentre il gaio Daniele si accoccolava ai nostri piedi, e spe nzolav a i suoi dal predelljno esteriore. Si vedeva chiara– mente ç.he, ,da buon villano, disprezzava la compagnia delle pac– chiane ; no n màncava nemmeno di rampognarle per il biribissàio che facevano, acèiavallandosi confusamente sui banchi troppo stretti della vettura e le chiamava: «Pecore!>>. I loro volti smarriti, preoccupati, i corpi ridondanti di ciccia, che rifluivano mollemente tra i cesti e le masserizie, la somiglianza medesima dei loro costumi e l'aria comune dj stupore che manife– stavano con le stesse esclamazioni, davano realmente l'idea di un armento, messo a forza sopra un furgone per esser condotto alla tosatura o al wercato. Con qualche po' dii· ritardo il guidatore usci dal piccolo caffè che fiancheggiava l'ufficio postale e sedette al volante; era circon– dato da parecchi amici, che gli gridavano chi una cosa, chi un'altra, dalle quali si capiva che lo fe~teggiavano per il ,suo onomastico. Montando sulla macchina, ci parve che barcollasse, e notammo il suo sguardo confuso e anormale ; mentre distribuiva i biglietti, poi, ebbi agio di meglio confermarmi nella mia opinione, sentendolo appestare di vino . .Subito dopo la macchina parti con uno strepito infernale. Lo ohauffeitr pareva rinsavito e pienamente padrone di sé e della vettura . .Sventuratamente ogni nuova po.sta era un bivaeco. Mentre d'ava e riceveva qualche· collo, accettava coi soliti auguri un bicchiere; a un certo punto si trovò cosi rintontito che faticava ad articolare le parol~. La vettura dava balzi e scossoni; ogni tanto, per sorpassare un carro, tagliava sui mucchi di ghiaia e pareva a un pelo dal capovol– gersi. Le donne interrorite mandavano, a quei voli, dei piccoli urli di sgomento; qualcuna diceva preghiere, altre si facevano il segno della croce. A un tratto udimmo uno scoppio alle gomme. Lo ohauffewr mise i freni, arrestò la macchina e si alzò per discendere ; ma, non ap– pena ebbe toccato terra, cascò lungo disteso e restò li, inebetito, supino, cogli occhi sbarrati come uno colpito dalla catalessi. Mentre cercavamo di sollevarlo, lo stomaco gli fece arco : prese ad aoncare e a buttar fuori vino, spaghetti e tant'altra roba, che pareva trasformato in un vulcanetto. . Quando si fu cosi sbarazzato, cominciò a muover gli occhi e a barbugliare qualche parola; ma quanto a rimetterlo al volante, Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy