Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

La tabacchiera smarrita 565 servo venne e recava sul braccio l'abito desiderato, che aveva finito allora allora di liberare dalla polvere e riassettare. - Hai visto la mia tabacchiera? - chiese Bettig.alli ,senza vol– tarsi allorché uno scalpiccio sui tappeti gli annl!nciò il sopravve– niente, e il tono della sua voce era tnanquillo, indifferente, non celava una preoccupazione, talché il servo rispose: _:_ Nossigno– re, - e posato il vestito sopra una seggiola si avvicinò all'armadio e lo aprì per riporvelo. - Dove l'avrò messa?.- borbottava il cavaliere Bettigalli, - dove diavolo l'avrò messa? - Il timore di averla perdu~a non gli si affacciò neppure alla mente che già era respinto, messo in fuga da un ottimismo pieno di sicurezza. Non ho mai perduto niente, si diceva. Volse intorno lo sguardo, si aspettò di,vedere l'oggetto cercato apparirgli su qualche mobile·, e poi, che la mente, di un subito lucidissima, gli sovvenisse il perché della inconsueta posi– zione, gli riconducesse innanzi agli occhi i gesti medesimi ch'erano stati necessari a porvelo. Ma non scorse il luccicare del metallo, né quello della coroncina di rubini che ornava il coperchio. In quella : - Vossignoria non trova la tabacchiera ? - chiese il servo come se rammentasse con un improvviso inte·resse la domanda ri– voltagli poco prima dal padrone, che sul momento non lo aveva colpito. · - Non la trovo, - convenne il cavaliere Bettigalii, e ripeté a voce alta: - Dove l'avrò messa? Sarà rimasta nel vestito che indossavo ieri, - proseguì poi. - Te l'ho ripetuto mille volte di guardare nelle tasche pri19-a dii riporre i vestiti in guardaroba, - rimproverò. - Vi ho guardato, - assicurò il servo. - -Già, come la volta di quella lettera, - lo interruppe il pa- drone. - Quella lettera che aveva il suo valore e restò nell'armadio per una stagione intera. . - Ci ho guardato, - ripeté conciliante il servo, - ma ci posso rigua,rdare, per sicurezza. Tornò all'armadio, lo riapri, tolse d'alla gruccia l'abito allora riposto, frugò con ordine nelle tasche. Il cavaliere Bettigalli pal– pava impaziente dal di fuori la stoffa. - Non c'è, - disse il servo. - Uhm, - fece Bettigalli, - non so proprio .... - Vossignoria l'avrà posata in camera da letto, - suggerì l'altro mentre riaccomodava l'abito sulla gruccia. _ ,Macché, - s' impazientì Bettigalli. - Ho quell'altra sul comodino. Piuttosto ti sarà uscita di tasca mentre spazzolavi. Di certo è caduta per terra. Te l' ho ,de.tto mille volte di guardare nelle tasche prima di spazzola,re, di battere, di riporre. È su nel gua,rdaroba, caduta sotto il tavolo. , BibliotecaGino Bianco

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