Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

Amici 559 qupri, poi si decise per il meno forte, con l'aria di fare una co1I1ces– sione, non si sa a chi. - Be', ,portami uno cherry- bramdy _ Giorgio voleva dire : Ai lllostri tempi, questi liquori dal 1I1ome esotico non si cooioscevano nemmeno .... Ma si contenrne, ,osservando l'amico che, da seduto, scivolava quasi sdraiato sul canapè, arro– tando coi cafaollli il vecchio velluto e cercando dli sforzare la spalliera per starci più comodo. Arnche così piegato, la lilllea, dal petto alle coscie, faceva un salto, su cui si stendeva robusta, abbondante, so– lenne la catena d'oro d'ell'orologiò. - Quam.t'è, Roberto, che non c''eravamo veduti? - Mi trovi cambiato? Ma bada che anche tu .... - Non voglio dir questo. Mi pare u111 s•ogno riaverti qui vici:no, come Ulllavolta-, a questo stesso caffè .... - Sopra lo stesso velluto, probabilmente. Certamente ,dav3JI1ti alla stessa cicoria. Accidenti!, - scattò, toss,endo forte e svegliamdo ramtoli e :fischietti per il gran petto, - n001si può nemmem.oridere. - Tu trovi che ci sia tanto da ridere a ripernsare al passato che sembra così lontamo ? - Ma io pe nso al presente, mio caro, --:-rispose Rob~rto, gua,r– dando davam.ti a sé, divenuto improvvisamente serio è cupo. - Ho delle gravi pcr eoccupazio111i,o. - Tutti ne abbiamo, Roberto. - E_la voce gli tremò d'ullla tri– stez;za calda e umana. Roberto scrollò le spalle, come per dire che ognlliilo_si doveva tenere le sue, poi infilò col dìsoorso umo stradone lungo, diritto, con una siepe di qua, una di là a altezza d'uomo, e ilil cima e in fondo illon c'era che lui. - Il vino norn si vende. Se vedi Ulll briaco te lo pago a pesò d'oro. Per l'olio ti dam.no quello che vogliono, cioè niente o quasi, e bisogna anche riill graziare c hi compra. Gram.turco, fieno, saggiilla, a spizzico, col coilltagocce, e pure la gente dovrà mamgiare, credo, e le bestie lo stess o. Le ta sse crescono. Se non hai de11ari, lì per lì, le banche non te li dam.no . O se te li dam.no , quello non si chiama dare, ma prendere. Ve ndi il te rreno? N on costa rniente. Vai per comprarlo, costa un occhio. Passiamo alle case .... - Io ho il bambino malato, - interruppe Giorgio con timidità accorata. - Ci vorrà un'operazione costosa. E pure- ba,stasse .... - Càspita ! E non mi dici niente ? Ti sto appunto dimostroodo che ce n'è per tutti. Se passiamo alle case, oome dicevo, non si scherza, ca-ro mio. Peggio che andar di notte. A forza di costruire che pareva che tutti dormi§sero a cielo scopert,o, :finisce che ci sa– ranno più case che inquilini. - Ho il presentimento eh~ sia condannato, - proseguì Giorgio, toccando l'amico sul braccio come per tirarlo a sé. Il gesto era ac– compagnato da uno sguardo quasi supplichevole. Di quelli che chia- BibliotecaGino Bianco

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