Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
554 A. Consiglio cedenti opere. In esso Elisabeth, il ve·cchio suocero e Pierre espri– mono con efficacia il dlramma tipico di Mauriac. -Ma poi vi sono quel Bob e quella Paule, quel cerchio di gaudenti e dli depravati pari– gini che dovrebbero assimilare l'ambiente d'ella landa in un mondo più vasto e non fanno invece che appesantire e importunare con un loro stile manierato gli schietti personaggi provinciali. I primi due dei 'Trois réoits non solo non aggiungono nulla. di veramente artistico, ma sono il deliberato svolgimento di drue tesi che Mauriac stesso, nella sua prefazione, lascia intendere di aver ricavato dal Olimats di Maurois e dall' Epithalame di Cha,rd'onne. Nel Oe qui étai,t perdu l'autore, se si è emancipato dai pini e dall'odore dli resina, ha fatto però un nuovo e più grave balzo verso il letterario e il manierato. In Destin, malgrado lo scenario pàrigino, il dramma rimaneva circoscritto nelle lande, mentre in Oe qui était perdu l'impossibilità della felicità terrena e della salvazione è traisferita in ambiente più va.rio e movimentato ove, invece di accrescere in significazione, diviene superficiale e banale, malgrado il tono apo– calittico del titolo. La cosa perduta dovrebbe essere il senso della vita, che nella landa era pur esso oggetto di peccato e che in Ba– bilonia si rimpiange come elemento di purezza. 1 Ma, indubbiamente, l'ultimissima opera di Mauriac, Le noeud de vipères rappresenta, nei confronti dei libri posteriori al Thérèse, una resipiscenza, uno sforzo, insieme, verso il complesso, verso l'intenso e verso l'umano. In questo romanzo il tentativo di moder– nismo è denunziato dia un argomento, la qrisi della famiglia bor– ghese, molto in voga nella letteratura francese. Egli sembra stanco dell'ambiente parigino, dal quale col Oe qui était perdu aveva cavato tutto quel che poteva; e ritorna non più alle lande, ma a quel vecchio ambiente bordolese che agli inizi d'ella sua carriertt gli aveva offerto buona materia artistica. Con una vecchia famiglia cavata dall'atmosfera del Préséanoes e un personaggio impastato con tutti i vizi e con tutte le virtù della gente delle. lande, egli compone un dramma a fosche tinte, una -1:~erie di stridenti contrasti che sembrano riassumere in compendio tutti gli aspetti del carat- tere letterario di Mauriac. · Si tratta di un illustre avvocato che, minato da un male che non perdona, abbandonato il foro,· •scrive un testamento morale destinato alla moglie dalla quale lo divide un incolmabile baratro di incomprensione. Narrando il passato e gli avvenimenti con– temporanei che incalzano, la materia gli si ingrossa tra le mani, per mod'o che il testamento gli diviene un libro di memorie. Fi– glio d'una ricca vedova delle lande, Louis è cresciuto timido e s~radevole, uno di quei giovani che, senza essere brutti, non piac– ciono alle donne. Il vistoso patrimonio gli consente di contrarre matrimonio con una signorina dell' aristocrazia bordolese. Na- BibliotecaGino Bianco
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