Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
552 A. Oonsiglfo ·Forse egli pensa che il male, il peccato non possono avere giusti– ficazione e spiegazione che in loro stessi. Come il bene acquista senso e valore in Dio, così il male trionfa a pro' del !Maligno. Dietro l'anima inquieta e scontenta di Tbérèse, che versa il veleno nel bicchiere del marito, ride il Demonio. Così, dunque, fornita solo di . questa logica ingenua, quasi puerile, la poe·sia di Mauriac anela all'assoluto. Nelle sue opere migliori i particolari hanno un valore che equivale a quello dell'insieme. Codesto spirito ridotto ad ela– borare l'essenziale della vita, la possibilità del vivere in grazia di· Dio, non sa, non può che foggiare personaggi di grande sempli– cità, quasi elementa-ri : gente la cui vita ha un sapore primitivo e patriarcale ; uomini e donne che hanno un piccolo regno fatto di poderi e dli figliuoli; agricoltori che· lottano aspramente con l'ari– dità del suolo, pei quali la vita è anc6ra tutta limitata nell'ingrato lavoro e nella procreazione ; il resto, il superfluo, è ai margini,. appena intravisto, alle volte ignorato. Il paesaggio composto di pochi elementi, pini, lande, mare, casupolé' disadorne, tutto per– meato d'un acre profumo di resina, non indluce lo scrittore a de– scrizioni decorative. Invece il limitato spirito di quegli agricoltori insinua in lui una sobrietà. una concisione che formano una delle sue migliori caratteristiche. Il suo francese non è, secondo una moda corrente, impastato coi duri e plastici dialetti meridionali. Esso interpreta lo ,spirito arido e tormentato dell'autore·: la sua sintassi è semplice, un po' arbitraria, rude nel collocare gli agget– tivi, ma senza ostentazione, preoccupato solo di enunciare i fatti con chiarezza lineare e concisione estrema. I tre migliori romanzi di -Mauriac hanno bisogno di molti artifici tipografici per superare le cento pagine. In conclusione, come non possiamo veder limitato l'intimo dram– ma d!i Mauriae agli urti tra la carne e )o spirito, cosi non con– sentiamo a vedere in lui un sensuale ossessionato dalla passione· .. Tutt'altro: benché eretico, egl~ appartiene alla vera categoria dei mistici; egli pone nientemeno che il problema , della possibilità. stessa della vita eterna e della salvezza. In altri termini Mauri:ac . ' non appartiene a quei mistici nei quali Seillière scopre annidato, il demone carnale, ma piuttosto à quelle raffinate sensibilità nor– diche, addestrate a percepire le più delicate mutazioni d'ello ,spirito. Quest'analogia è suggerita specialmente dal Thérèse Desqueyroux)' fino a l~sciar sospettare una vaga influenza slava. Cosi potremmo~ a proposito dei romanzi che si svolgono interamente nella landa · . ~ ricordare il nostro Tozzi, meno ricco di complessità s·pirituale ma. più intenso nell'espressione. ' Col Dest·ir1,, col Trois récits, col Ce qui était perdtt, e più anc6ra con Le 11-0eudde vipères, Mauriac svela l'intima crisi che travaglia BibliotecaGino Bianco
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