Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
542 O. Tumiati d:i tutti: per cinque s9ldi o per una minestra. Ed ogni anno scarica agli Esposti il suo fardello. Nelle notti calde, quando i barconi attaccati alla riva ondeg– giano piano alla corrente e sembrano abbandonati, si vede talvolta un barcàro emergere dalla stiva, prima la testa e poi il torace se– minudo sotto la maglia aperta. Agita con la mano un panetto o una fetta di polenta ~he fuma e dice nel suo dialetto cadenzato che sa di mare: - Vuoi favorire, contessa ? Quella solleva gli occhi assonnati. - Dammi. - Vieni qua, a prenderlo. E Lisa, scrollando il sonno sotto la duplice ingordigia del pane e dell'uomo, gli va incontro, goffamente e gli si dà fra un mucchio e l'altro di legna odorosa. La sua casa sono i gradini d'una chiesa che da anni è. chiusa e serve, ora, di magazzino. Sotto l'inutile maestà del portale, sta ac– covacciata tutto il giorno e, spesso, la notte. Rode una pagnotta e guarda attentamente chi passa. Ohe il suo sguardo non sia vuoto di pensieri lo dicono le frasi che spesso getta, con un tono di voce freddo e non privo di disprezzo, a chi passa. A una domestica che deve spesso transitare per quella riva, ha detto un giorno, - Da due anni hai sempre addosso quelle scarpe. Pochi ne pÌgli anche tu, eh ? Il giorno che quella smise di adoperarle si ricordò della Lisa e la chiamò dalla :finestra. Saltelloni, come un ragazw pesante e sver– sato, con un panetto stretto nel pugno alla bocca a guisa di tromba, si fece sotto la casa, raccolse il dono nella sottana e ringraziò con parole così grosse che fecero ritirare la donatrice, rossa di vergogna. Le rimase tuttavia grata se, - come vuole il Filosofo, - la testi– monianza più sicura della riconoscenza sta, nel chiedere nuovi bene– :ficii al benefattore. A lei n_(!nposso dare denaro perché non è mai stata in ospedale né posso ricoverarvela perché secondo la :Geggenon è «pericolosa>> ; a lei è precluso il carcere perché quel darsi e quel questuare clan– destini non bastano a un reato ; a lei sono ormai vietati i « pii isti– tuti>> per l'età matura e percb.~ le suore vedonò malvolentfori in quell'ordfi.nato silenzio la sua carne feMnda e guastata ·o inorridi– scono di quella sua scienza degli uomini assai più terribile del loro orrore ottimista. Oond!annata alla strada dagli uomini, all'imbecil– lità dalla natura, Lisa può sperare un aiuto sociale solàm•mte da quel raro moto dell'animo che si chiama « la carità dei passanti>>. Moto pietoso e crudele nel quale s'illude chi dà e chi riceve. Un giorno una signora giovane e, - a giudicarla dall'abito - ricca, s'è fermata a guardarla. Lisa ha cercato di nascondere 'con BibliotecaGino·Bianco
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