Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

Monti) Pellico, Manzoni) Foscolo veduti da viaggiatori americani 537 accettò di condurci in qualunque parte della città, e ci propose una visita alle Prigioni.. .. >>. Con lui gli ospiti americani le visitano e vanno anche a vedere il Pio Luogo Triulzi e la Scuola delle miniere. E poi « lasciammo il nòstro amico Acerbi, con il sentimento di un gran rispetto e con gratitudine per le di lui cortesi attenzioni» 1 ). Il professore di chimica era infatti un quacquero, che si occupava, oltre che della materia che insegnava, anche delle istituzioni di carattere sociale. Si capisce che l' Acerbi, nome che desta in ciascun di noi una certa ripugnanza, abbia lasciato invece un buon ricordo nell'animo del bravo quacquero, il quale non si immaginava dli certo d'aver avuto a che fare con uno, sospettato d'esser~ strumento del governo austriaco. Mazzini non comincia a figurare, tra le conoscenze di questi ita– lianizzanti americani, se non abbastanza tardi: verso il 1848. Ma vi entra presentato da una delle più belle figure dell'idealismo ame– ricano: Margaret Fuller, diventata marchesa Ossoli, per avere spo– sato a Roma un discendente di questa famiglia papalina, mazzi– niano e combattente per la Repubblica del 1848 sulle mura di Roma. Dotata di vasta e altissima Goltura, in comunione di spirito con le menti più elevate che avesse l'America, come Emerson, e l'Eu– ropa, come Carlyle, George Sand!, ecc., conobbe anche ,Maz7ini a Londra nel 1847. Ne rimase colpita. Nella sua mente, veramente greca, bello e buono, bellezza e nobiltà si confondevano. Perciò non fa meraviglia leggere nelle Memorie che di lei furon raccolte 2 ) : « La più bella persona che io abbia visto è, di gran lunga, Giuseppe Mazzini. ... Egli è uno di quelli che la santità ha purificato, pur rimpicciolendo, in qualche cosa, l'uomo)). L'Ossoli venne in Italia e cercò piuttosto il popolo che i monumenti. Si trovò a Roma du– rante il periodo della Repubblica, e prese parte per gli Italiani. Mentre il marito combatteva essa fu infermiera negli ospedali. Ci ha lasciato due o tre rapide visioni di Mazzini. Scrivendone a Emer– son : « 1 Mazzini è un grande uomo. Quanto a mente, un grande e poetico uomo di Stato; quanto a cuore un innamorat9; quanto al– l'azione, deciso e pieno di trovate, come un Cesare. Io lo amo tene- , ramente. Venne qui da me, proprio quando avevo finito la mia prima lettera. Il suo sguardo dolce, radioso produce una malinco- · nica musica nel mio spirito; e consacra la mia vita presente .... >>. Quando nel 1848 arrivò da Livorno a Roma per prend'ere la dire– zione della resistenza, andò a trovarla; nelle lettere di lei c'è una paginetta su questa visita: « È il solo italiano, il solo grande .... 1) Op. cit., p. 478. 2) Op. cit., pp. 208-210; ed anche: At H ome anà Abroaà or Thvngs and Th1,ughj~ in America and Europe, Boston, Orosby, 1856, vol. II, p. 436. Bibioteca Gino Bianco

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