Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

Monti, Pellico, Manzoni, Foscolo veduti da viaggiatori americani 535 Foscolo a Londra 1 ); lo chiama il « più originale tipo e il più emi– nente scrittore italiano d'ell'Italia moderna)), ne traccia una breve biografia e poi ci narra « di averlo conosciuto in condizioni di ristret– tezza in Inghilterra)). Ricorda fra le sue opere "lo Jacopo _Ortis, di cui, dice, « grandemente apprezzo una copia che egli mi dette, come pure una copia di una curiosa satira sui letterati suoi contemporanei scritta nella lingua e con lo stile della Vulgata 2 ). Occupammo gran parte d'un pomeriggio che passammo nel suo appartato alloggio ru– rale, leggendo -quella pungente composizione, della quale mi spiegò le allusioni personali; peccato che abbia ormai perduto ogni inte– resse, salvo che per l'antiquaria letteraria. Egli soleva lagnarsi del– l'uso inglese di far tardi, che rovinava la salute e la vista .... Fummo a pranzo insieme all'ospitale tavola del vecchio Murray 3 ), con alcune delle celebrità letterarie di quei giorni, fra le quali persino Thomas 1 1\foore 4 ), che cantò parecchie dlelle sue canzoni. Sarò cre– duto se dirò che le ore volaron via genialmente, e che la veglia fu prolungata :fino alle due del mattino? Tornando a casa insieme col Foscolo a quell'ora inopportuna (egli allora abitava Londra), a ogni pausa del discorso l'udivo borbottare 'troppo lungo' )Y. In questo ricord'o non c'è che un tratto vivo: quello del povero Foscolo, stanco dei lavori e delle irregolarità q_ellasua vita, che con un accento che dovette colpire il suo interlocutore, si lamentava del cammino: troppo lu,ngo ! Doveva essere un accento impressionante, perché l'Everett lo mette nel testo in italiano, e pare col suo ri– tornello dominante rappresentare tutta la vita del Foscolo a Lon– dra, l< troppo lunga)) in verità. Un personaggio che non appartiene, veramente, alla letteratura, · ma al mondo della coltura italiana, il Cardinal Mezzofanti, era una delle personalità alle quali gli Americani di passaggio ambivano dli venir presentati. Quel talento immane di linguistica doveva colpire, col suo aspetto quantitativo, l'immaginazione degli AmeriGani, :fin da allora inclinati ad ammirare i «numeri)) eccezionali sul grande teatro del mond'o. Ho parecchi appunti su di lui, che si ripetono in modo monotono. Alcuni riferiscono quanto si mormorava sull'ori– gine òJivina del suo straordinario potere. Altri osservano con piacere che la cognizione delle lingue non era soltanto meccanica, ma si ac– compagnava a quella delle rispettive letterature, compresa la nuova americana di quei giorni (•Mezzofanti aveva letto persino i romanzi di Oooper, la cui fortuna si affermava in quei tempi). Ricorderò 1) IDowARDEvEREIT, The Mount Vernon Papers, New York, Appleton, 1860, pp. 206-207. 2) Hyperoalypseos Didimi Olerioi prophetae niinimi, 1815, Pisa (Zurigo). 3) John Murray (1778-1843), editore. di Byron ecc. 4) Thomas ~oore (1779-1852), autore di Lalla Rook, soleva scrivere canwni, che lui stesso, o altri, metteva in musica. BibliotecaGino Bianco

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