Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

Monti, Pellico, Manzoni, Foscolo veduti da viaggiatori americani 533 furono in Italia nel 1815-16, di Manzoni e di se stesso. Si mostrò molto compiaciuto che la Monaca di Monza avesse avuto diciotto edizioni, e dichiarò di non esser un imitatore di Manzoni, né di al– cun altro, perché fin dal 1808 aveva raccolto appunti per un ro– manzo storico del tempo dli Erasmo, nel quale avrebbe fatto figu– rare Lorenzo de' Medici e la sua coterie fiorentina .... Parlò anche di politica, con la stessa, libertà del Oarmignani, ma con minor di– screzione e buon senso>> 1 ) • .In una ,seconda visita del ,Ticknor al Manzoni 2 ) scopriamo che questi conosceva le questioni interne degli Stati Uniti molto più di quanto sarebbe ragionevole supporre; pensando alla distanza mate– riale e allo scarso interesse che si doveva avere allora per un paese così lontano d!agli affari d'Europa. «Manzoni parlò bene, e su ar– gomenti sui quali sarebbe stato .scusato di non parlare, perché nes– suno glie ne avrebbe rimproverato la ignoranza )). Non soltanto sulla schiavitù « intorno alla quale egli è completamente abolizio– nista, tanto da sostenere che è il nostro dovere di far subito qual– che cosa, almeno come affermazione di principio>>, ma anche « sulle difficoltà commerciali degli Stati Uniti, che egli considerava dal punto di vista più importante, cioè il loro effetto morale sul po– polo>> 3 ). Il Ticknor ci conferma la sua timidezza (non si recava da solo alla messa,) e la popolarità del suo romanzo : « Tracce d'ei Pro– messi Sposi, si trovan dovunque, da Palazzo Pitti, dove il Gran .Duca ha una stanza dipinta con affreschi tratti dia quel libro, fino al cretonne dei sofà .e delle poltrone nelle trattorie, che pure ne riportano la storia)). Ma più importante è la c~mfidenza che al Ticknor fece la signora Arconati, intima del Manzoni ; ella gli af– ferma che 11\fanzoni << ha disegnato i propri principii 'e il proprio ca– rattere nell'ultimo discorso di Adelchi, quand!o dice, fra le altre cose, nello stesso tono, che egli ha vissuto in un momento del mondo in cui era necessario o fare o soffrire il torto >> 4 ). Un bon mot di Manzoni ci viene riferito dalla signorina Sedg– wick, che andò a trovarlo nel 1839, con una presentazione del Con– falonieri: « Passammo attraverso· una serie di camere vuote fino al salotto dove trovammo Manzoni, la mamma sua, la moglie e i bambini, con tutti i segni ~ gli agi di una vita domestica comod'a. Manzoni ha un po' più di cinquant'anni, con un viso intellettuale e piuttosto bello, e un'espressione di bontà che colpisce. I suoi modi l) Op. cit., vol. II, p. 93. 2) Op. cit., vol. II, p. 96. 3) .Allude alle difficoltà che prelusero al panico finan~iario del 1837 ? 4,) Adelchi, a. V, se. VIII: BibliotecaGino Bianco non resta. che far torto, o paf.irlo.

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