Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

Monti, Pellico, Manzoni, Foscolo veduti da viliggiatori arnericani 529 visita. Ma alla visita segue il commento della pubblica opinione, che il chimico raccoglie : « La sua poesia è ritenuta da alcuni, degna di quella di Dante e di Petrarca. Ha per oggett~ la politica . . ' ed 11 poeta è accusato d1 star sempre dalla parte del più forte>>. Vi sono molti che lo ritengono anche ora. Se il bravo chimico fosse stato un chimico della poesia e del cuore umano avrebbe forse po– tuto trovare qualche residuo, in questo giudizio. Ma si pùò chieder di più ad· un chimico americano del 1819 ? Quanti chimici ameri– cani d'oggi saprebbero andare a trovare il« poeta italiano di prima fila)) d'oggi e riferirci con altrettanta esattezza che cosa ne pensa la pubplica opinione? Più acuti sono i ritratti che dei letterati italiani del tempo ci ha lasciato un loro collega americano, George Ticlmor 1 ), e si ca– pisce : egli è stato il primo studioso americano di carattere cosmo– polita, il primo che andasse in ·Germania a studiare il metodo sto– rico universitario, il primo che aprisse agli Americani le opere dei grandi pensatori poeti e prosatori europei, come Dante, Montaigne, Goethe, Cervantes, il primo che sapesse essere uno « scholar >> e in– sieme un «gentleman>>. Egli suggerì a J e:fferson l' idea dell' inse– gnamento universitario in America e fohdò la prima grande biblio– teca pubblica, con scopi di insegnamento superiore. La s'ua Storia della, letteratura spagnola è anc6:ra un' opera fondamentale, alla quale si ricorre volentieri, dopo un secolo; ·Il suo primo viaggio in Italia è del 1817-18, il secondo del 1836-37. Lasceremo il terzo (1856) ad uil 'alt.ra volta. Incontrò il Pellico a un pranzo in casa Balbo. «Pellico)), ci dice · 2 ), « è un ometto d' appa-. renza comune, di circa cinquant'anni, gentile, modesto e tranquillo nei suoi gesti; la sua ,salute non è anc6ra buona, a causa della lunga prigionia; ha un;aria sottomessa, che dimostra che lo spirito in lui è stato schiacciato e compresso, e probabilmente anche il suo inge– gno e la sua mente sori state abbassate di tono. Parlò con gran pia– cere della traduzione americana delle sue Prigioni che io gli portai, e mi disse di essere ora perfettamente contento della sua condlizione, d'aver trovato gentilezza ovunque fra i suoi concittadini, d'aver po– chi bisogni, e questi soddisfatti più del necessario. A quanto mi dicono egli è straordinariamente religioso, forse un -po' bigotto .... - Balbo - mi disse, - è il primo amico che ho trovato quando ' . escii di prigione, il primo, voglio dire, - soggiunse, - che va umto a quelli che già avevo prima d'esser mandato in prigione; e da allora in poi è stato per me un amico gentile ed eccellente. È un uomo buono; e io gli debbo moltissimo>>. • Le diffidenze che il Pellico incontrò al ritorno dalla prigionia, l) Lite and Letters of GEORGE TICKNOR, Boston, 1909. 2) Op. cit., vol. II, p. 39. 34. - Pèuaso. B1bliòteca Gino Bianco

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